AgenPress. “Caro Santo Padre, I cani sono supporto e conforto degli anziani delle persone fragili, compagni di gioco dei bambini, sono occhi dei ciechi, sono salvatori degli uomini perchè spesso danno la loro vita nelle azioni di sminamento, salvano persone che si perdono in montagna, che restano sotto le macerie delle bombe e delle catastrofi naturali.
I cani sono quelli che entrano in mare a salvare le persone che stanno affogando, o molto più semplicemente sono la compagnia di molti uomini e donne rimasti soli magari per mille motivi che spesso sono stati salvati dall’amore dei cani, ma anche dei gatti e degli altri animali dalla voglia di farla finita.
I cani sono la compagnia dei bimbi negli ospedali e dei bimbi diversamente abili che grazie ai quattro zampe fanno terapie riabilitative. I cani sono in molti casi parte della terapia di rinascita di donne abusate di bambini violentati magari da qualcuno che tradendo i propri voti religiosi compie degli abomini.
I cani sono l’amore puro che non chiede contropartite e la gioia di milioni di famiglie a cui danno amore in cambio di una ciotola di cibo e di una carezza, non sono quelli che entrando in una famiglia sostituiscono come da lei sostenuto in più di un’occasione, non sono un surrogato alle nascite ma portatori di gioia caro santo Padre, i cani sono questo e non quello che lei sostiene.
Buona e lunga lungimirante Vita nella grazia del Signore”.
Questa, “la lettera pubblica”, che gli animalisti dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente hanno scritto a Papa Francesco dopo la sua ennesima dichiarazione avvenuta proprio ieri nella giornata del cane dove ancora una volta è tornato a sostenere che le famiglie italiane amano troppo i cani e per questo non fanno bene, nonostante sia chiaro che questo è un paragone quantomeno improprio.