AgenPress. Ci risiamo. In Forza Italia è ripartita la giostra delle accuse reciproche, dei killeraggi politici a cui gli elettori del centrodestra napoletano e campano assistono, con sempre maggiore fastidio, ormai da quasi vent’anni.
Un gruppetto di parlamentari uscenti e non ricandidati alle politiche del 25 settembre scende in campo, o sarebbe meglio dire “entra in azione”, per lanciare accuse, ventilare presunte opacità nella giostra delle candidature. A loro dico: se sono davvero a conoscenza di fatti poco chiari, li denuncino alle autorità e all’elettorato avendo il coraggio di fare nomi e cognomi, altrimenti sarebbero solo chiacchiere da osteria.
La verità è che quasi nessuno in Forza Italia può ergersi a novella Santa Maria Goretti. Se c’è un tema che a Napoli ha caratterizzato il partito, più apertamente dal 2013 in poi ma era così già dalle ormai lontane suppletive 2004, è stata la feroce guerra tra bande contrapposte, un autentico scontro tribale, che va avanti apertamente ormai da almeno dieci anni.
Gli elettori dell’intero centrodestra non possono certo sopportare questo clima che non temo di definire vomitevole. Esiste una responsabilità concorsuale tra vecchi e nuovi dirigenti, ma è inaccettabile far volare gli stracci in pubblico come se stessimo in un mercato di Calcutta.
Per il rispetto che si deve al corpo elettorale dovrebbe essere praticata la consegna del silenzio, anche se chi si rivela oggi ha già deciso di seguire altre strade, di scendere in campo o di “entrare in azione” insieme a qualche ex ministro uscente che tutto deve a Berlusconi e niente sembra avergli voluto restituire. Temo, purtroppo, che non sarà così. E sul campo resteranno molte macerie.
Lo ha dichiarato in una nota Amedeo Laboccetta presidente di Polo Sud.