AgenPress. Il termine della sospensiva del Tar del Lazio sul caso della Sfattoria rischia di aprire le porte a un provvedimento abnorme che dimostrerebbe le evidenti incapacità dell’amministrazione pubblica di gestire l’attuale situazione sanitaria relativa alla peste suina. Lo ribadisce il Codacons, che contesta la decisione di procedere all’abbattimento indiscriminato degli animali accolti nella struttura e chiede un tavolo di confronto tra autorità e responsabili della struttura per individuare soluzioni alternative.
Almeno fino al 12 settembre, quando si terrà l’udienza per valutare la fondatezza del ricorso presentato da Paola Samaritani, una delle responsabili della Sfattoria, l’abbattimento dev’essere sospeso e, abbandonando la strada dell’applicazione rigida delle norme, bisogna trovare soluzioni incruente: almeno, in assenza di patologie tra gli animali.
“La salute pubblica è cruciale e a volte richiede provvedimenti anche drastici, ma al centro di tutto dev’esserci sempre il buon senso: in questo caso specifico è importante tarare gli interventi sulla base delle reali necessità” – spiega il presidente Carlo Rienzi. “Nella vicenda della Sfattoria si manifesta in tutta la sua evidenza l’incapacità della pubblica amministrazione, che non sapendo gestire la situazione opta per l’abbattimento indiscriminato di tutti gli animali”.
“Se davvero maiali e cinghiali ospitati presso la struttura sono controllati, registrati e perfettamente sani, vanno salvaguardati e non è possibile adottare criteri tanto rigidi” – continua Rienzi. “Invitiamo pertanto tutte le organizzazioni e i singoli cittadini che si sono mobilitati per difendere gli animali a proseguire la battaglia, e a dimostrare nelle sedi opportune le condizioni degli animali e l’assenza di pericoli sul fronte della salute pubblica”.