AgenPress – Solo in due settimane a giugno l’Ente nazionale per la protezione animali ha registrato una vera e propria ‘pioggia’ di segnalazioni dai suoi uffici locali ed ha recuperato circa 1.000 cuccioli abbandonati. E le segnalazioni proseguono peggiorando la situazione. Si tratta di cani perché i gatti, anche in questo caso tantissimi i segnalati, sono senza microchip e quindi più facili da abbandonare.
Un ‘record’ che va ad aggiungersi ai salvataggi delle altre associazioni e che è destinato a far crescere il conto annuale tenuto dal Ministero della salute. Già nel 2021 nei canili sanitari erano entrati 72.115 cani, 29.194 nei rifugi. Varie le motivazioni che spingono gli italiani a ‘cedere’ il proprio cane.
Ecco le motivazioni raccolte dall’Enpa:
– DECESSO PROPRIETARIO – Dal sondaggio è emerso che tra le cause principali della cessione lo scorso anno: Il 62% delle Sezioni indica la morte dei proprietari anziani e nessun parente disposto a prendersi cura dell’animale, il 53% indica come causa il ricovero dei proprietari
– AGGRESSIVITA’: Un dato molto alto, il 53% delle Sezioni riferisce cessioni dovute all’aggressività dell’animale. Dove per aggressività però, in alcuni casi, sono incluse anche piccole lesioni come graffi o contusioni che bastano per giustificare l’allontanamento dell’animale. In questo caso il caldo sicuramente non sta aiutando (statisticamente favorisce l’aumento di aggressività negli animali).
– NUOVA ROUTINE FAMIGLIA: Una delle cause indicate e’ anche l’adattamento alle nuove routine familiari che portano stress ad umani ed animali.
– CRISI ECONOMICA: Sulla cessione degli animali incide anche la crisi economica, segnalata dal 45% delle sezioni, e, ancora, si dà via l’animale per l’arrivo di un bambino in famiglia (33%). Si aggiunge anche il cambiamento delle abitudini post covid, e quindi il ritorno al lavoro e i trasferimenti di città. (Domanda con risposta multipla).
– FIDO IN CASA DA QUANTO? Da quanto erano in famiglia i cani ceduti? Erano animali presi durante il lockdown? La cosa interessante è che ben il 44%, sono cani che erano in famiglia da 2-5 anni, dunque non sono stati presi durante la pandemia per avere compagnia, fare le passeggiate o quant’altro.
– CEDUTI CANI IN CASA DA 5 ANNI: Significativo anche che il 23%, di cani ceduti avevano più di 5 anni, probabilmente quelli legati alla morte o alla malattia del proprietario. Il 24% invece erano arrivati da un anno o meno, quindi in piena crisi pandemica. Sicuramente il ritorno alla normalità ma anche le adozioni via internet non hanno aiutato. Si continua a scegliere un animale da compagnia come fosse una borsa, scegliendolo in base ad una foto online senza considerare la compatibilità della personalità dell’animale con le routine familiari.