AgenPress – L’etichetta dovrà avere diversi livelli di benessere, ma chiediamo che i partiti ora prendano impegno affinché non vi siano menzogne nelle etichette sul benessere animale e sia obbligatorio indicare l’uso delle gabbie
Grazie all’instancabile lavoro portato avanti dalla coalizione contro le #Bugieinetichetta – di cui noi di Animal Equality facciamo parte – nell’ultimo anno siamo riusciti a portare a casa un primo grande risultato contro l’inganno: alcune prime modifiche positive alla proposta del nuovo Sistema di Qualità Nazionale (SQNBA) per il Benessere Animale, da cui nascerà l’etichettatura istituzionale su base volontaria.
Da quanto abbiamo appreso, è stato raggiunto un primo importante risultato contro le #BugieInEtichetta, ma il nostro lavoro in difesa degli animali allevati, dei cittadini e delle aziende realmente impegnate nella transizione verso un maggior benessere animale non si ferma certo qui. Grazie all’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza, nel testo portato dal Governo in Conferenza Stato-Regioni sono infatti state recepite alcune modifiche positive al decreto che istituisce l’etichettatura nazionale volontaria sul benessere animale.
È stato infatti proprio il Ministro della Salute Speranza ad intervenire per ottenere modifiche migliorative al decreto che invece è stato fino alla fine difeso dal Ministro delle Politiche Agricole del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli.
Senza queste modifiche il nuovo sistema di etichettatura avrebbe favorito, ancora una volta, gli interessi degli allevamenti industriali che lavorano ai limiti di legge.
Quali sono le modifiche che siamo riusciti a far apportare al sistema di etichettatura nazionale sul benessere animale?
Sin dall’inizio di questa battaglia noi e le altre associazioni della coalizione abbiamo chiesto più volte la revisione del decreto in alcuni punti essenziali, uno dei quali era l’introduzione di livelli diversificati in etichetta.
Nel decreto approvato si è stabilito che l’etichetta dovrà avere almeno due livelli progressivi, sarà necessario nei prossimi mesi interpretare chiaramente quali saranno questi livelli, che dovranno essere applicati a metodi di allevamento differenti (almeno due nell’allevamento al coperto e due in quello all’aperto), in modo da garantire trasparenza e chiarezza sull’etichetta. Si tratta solo di un primo passo, che dovrà essere seguito dalla definizione adeguata degli standard di benessere per le diverse specie.
Sarà inoltre essenziale prevedere meccanismi di controllo adeguati, al fine di intercettare e disincentivare in modo efficace possibili comportamenti illeciti, prevedendo la revoca definitiva per coloro che non rispettano i requisiti pur essendo certificati SQNBA.
Continueremo a seguire attentamente i lavori per assicurare che le bugie ai cittadini, presenti nella bozza di decreto, che Speranza ha fatto uscire dalla porta, non rientrino dalla finestra con l’approvazione di standard inadeguati e incoerenti con il benessere animale per le singole specie allevate e/o con la scelta di un’etichettatura poco trasparente.
C’è poi la questione delle gabbie: per impedire raggiri ai consumatori e dare risposta a 1,4 milioni di cittadini che hanno chiesto di eliminare le gabbie negli allevamenti i partiti, le formazioni politiche e i loro leader impegnati in campagna elettorale dovranno far sapere subito ai cittadini, a cui chiedono il voto, se si impegneranno in una battaglia per un’etichettatura istituzionale che non dica bugie, ad esempio nascondendo l’uso delle gabbie, elemento che invece, per garantire trasparenza, dovrà necessariamente essere presente in etichetta.
Ci impegneremo a far sapere subito quali partiti, formazioni politiche e leader prenderanno questo chiaro e netto impegno per la trasparenza in etichetta a tutela di animali allevati, cittadini e aziende impegnate nella reale transizione verso un maggior benessere animale.
Queste prime modifiche positive sono state ottenute grazie ad un enorme sforzo collettivo della coalizione che negli ultimi mesi ha costantemente dialogato con le istituzioni per fare in modo che la proposta votata non fosse un vero e proprio inganno verso i consumatori, ma non avremmo potuto raggiungere lo stesso risultato senza l’impegno delle persone che ci hanno supportato e, in particolare, senza lo sforzo della squadra dei Difensori degli Animali.
La nostra squadra di attivismo digitale si è sin da subito unita ai nostri sforzi per fermare le bugie in etichetta aiutandoci a far arrivare forte e chiara la voce degli animali alle istituzioni che non hanno potuto ignorarla. Se vuoi aiutarci nelle prossime fasi di questa campagna e non solo, unisciti anche tu alla squadra.
Fonte, Animal Equality Italia