AgenPress. “La riapertura dell’inchiesta sul rapporto mafia-appalti è una buona notizia, e speriamo che stavolta si possa arrivare ad evidenziare tutti i gangli che infettano il normale sviluppo della società civile”.
A parlare è MAricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I. il Comitato collaboratori di Giustizia che sarà audito in questo nuovo filone d’inchiesta.
E’ una storia lontana, che parte dal 1989, quando si aprì un filone d’indagine per accertare “la sussistenza, l’entità e le modalità di condizionamenti mafiosi nel settore degli appalti pubblici nel territorio della provincia di Palermo”. “Un’intuizione di Falcone – dice Tirrito – che ha sempre ritenuto la pista del denaro la principale fonte di investigazione per scovare e bloccare la mafia; un punto di vista che da sempre abbiamo sposato.
Le cronache di questi anni – prosegue – chiariscono bene, al di là di ogni ragionevole dubbio – come si usa dire in tribunale – che i ‘condizionamenti’ di Cosa nostra negli appalti pubblici ci sono stati eccome. E che è ipotizzabile che ancora ci siano.
Bene dunque la riapertura di quel filone d”inchiesta; capire i rapporti tra Cosa nostra e il mondo degli affari, pubblici o privati che siano -conclude Tirrito -, riteniamo che ancora oggi sia la strada maestra per combattere la criminalità”.