AgenPress. “Sconfiggere la tratta di essere umani è possibile. Bisogna volerlo e non avere paura di politiche capaci di farlo. Ribadirlo oggi, Giornata mondiale contro la tratta di persone, è necessario. Perché le vittime non sono altro da noi, sono tra noi.
Ci camminano accanto, molto spesso in assoluta condizione di invisibilità.
Per questo non è per nulla retorico ricordarlo oggi, avendo ben a mente il ruolo insidioso che la tecnologia ha conquistato anche nelle dinamiche della tratta e sapendo bene come i trafficanti di esseri umani e le mafie che su questo si arricchiscono siano diventati abilissimi nell’uso delle piattaforme internet per adescare le loro vittime, molto spesso minori”.
Così sul suo profilo social la copresidente di Italia Viva Teresa Bellanova, Viceministra delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili.
“Ce lo dicono i numeri”, prosegue Bellanova, “come in Europa sia minorenne una vittima su quattro, come oltre il 50per cento delle vittime di tratta siano oggetto di sfruttamento sessuale, come le donne siano molto spesso al centro dei traffici, come circa il 40per cento sia vittima di lavoro forzato e ridotto in schiavitù.
I loro racconti sul modo in cui vengono adescate, ricattate, abusate, controllate, non permettono dubbi. E non permettono a nessuno di girarsi dall’altra parte né tantomeno di utilizzare la loro presenza sul nostro territorio per campagne infamanti e ignobili contro i cosiddetti “clandestini”.
Se c’è una ottima ragione per fare di questa giornata un momento di riflessione molto approfondita, sono le parole che ci consegna Antonia Marie De Meo, direttrice dell’Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia: nessuno rischia di rimanere vittima di tratta se l’alternativa a casa non è peggiore”.
E infine: “Proprio perché le vittime di tratta non hanno scelta, noi abbiamo il dovere di politiche, italiane ed europee, capaci di alternative migliori. Quando dico di riaprire e semplificare la regolarizzazione degli “invisibili” nel nostro Paese, continuando a contrastare le forme di caporalato non solo in agricoltura ma anche negli altri settori come il lavoro di cura, l’edilizia, la ristorazione, il turismo, parlo esattamente di questo.
Non sarà popolare come promettere o elargire contributi ma sono battaglie che vanno combattute. Io continuerò a farlo”.