Agenpress – “A Makariv, dove il bilancio è salito a 133 morti, ci sono state diverse torture, con cadaveri rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata. Abbiamo trovato i corpi”.
Lo riferisce il sindaco di Makariv, Vadano Tokar. “In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo”, hanno raccontato gli abitanti. Altri hanno anche riferito di “spari alle auto in strada dagli elicotteri dell’esercito russo”.
“I gruppi di militari si alternavano – spiegano ancora gli abitanti – e gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli ‘udmurt’ e i ‘buryat'”, aggiungono riferendosi all’etnia dei miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell’estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha.