AgenPress. Cosa mai potrà dire domani Berlusconi? È difficile che possa annunciare ciò che tutto il mondo vorrebbe, ossia l’apertura di uno spiraglio di pace, una sua iniziativa spericolata verso il più inquietante dei suoi amici, Putin.
Al congresso di ‘verde è popolare’, Berlusconi ha già ammesso che il suo telefono ha squillato a vuoto dopo aver composto il numero di Vladimir Putin.
Non c’è da aspettarsi un discorso molto netto neppure sulla politica nazionale: non è tempo di scelte, né governative, né elettorali. Probabilmente Berlusconi blinderà Draghi, fino alla fine della legislatura, ma porrà con energia le questioni programmatiche (fisco, giustizia) divenute la linea del Piave del centrodestra di governo.
Berlusconi non potrà certo parlare della questione politica che sicuramente lo tormenta: il futuro di Forza Italia e del centrodestra. A Silvio non può piacere questo destra-centro: non gli somiglia. A dispetto delle voci di corridoio, egli non pensa affatto al ‘buen retiro’, men che meno dopo aver assaporato la popolarità scaturita dalla candidatura al Quirinale e -soprattutto- dal paragone che tutti fanno tra la sua statura e quella del personale politico circolante.
Il problema di Silvio è di massimizzare il suo vantaggio, come sempre quando si siede a un tavolo di affari, di politica, non di gioco, a cui -per sua fortuna – è allergico. Berlusconi dispone ancora del voto di un italiano su dieci, e -soprattutto- del rispetto, oggi come non mai, della maggior parte degli altri nove. Puó spendere questa fiche in tre modi.
Primo: puó rilanciare il Centro, facendo di Fi il pianeta attrattivo dei cespugli satelliti, compresi quelli di centrosinistra, canalizzando questa operazione verso la indicazione di un candidato premier nuovo di zecca (non importa se tratto dalla sua famiglia, dal suo partito, o dalla guida Monaci).
Secondo: può appoggiare Salvini, come gli chiedono alcuni dirigenti di Forza Italia e delle sue aziende, negoziando col capo della Lega un ruolo consolare di padre nobile ritagliato a misura per il fondatore del centrodestra.
Terzo: Berlusconi può anche ‘strambare’, come lui solo sa fare, smentendo ogni previsione e battezzando proprio lui l’astro nascente della repubblica dei sondaggi, quella che lui chiama con distacco ‘la signora Meloni’, ma che all’occorrenza può tornare Giorgina, come la chiamava ai bei tempi del suo governo, di cui la Meloni faceva parte.
Non saprei prevedere quale delle tre strade imboccherà Silvio. Anche perché tutte e tre prevedono la scelta più difficile per un leader, in tutte le repubbliche: fidarsi di qualcun altro.