Provocatoria proposta di Legge dell’Osservatorio Sostegno Vittime, per arginare delinquenza minorile dilagante
AgenPress. Sul tema delle bande di giovanissimi che commettono gravi reati come furti, rapine, aggressioni ad anziani e violenze sessuali, interviene l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime: “Il problema deve essere affrontato in modo serio ed efficace. Innanzitutto, servono risposte veloci e autorevoli da parte delle istituzioni, poiché spesso si assiste a pene esigue anche di fronte a reati gravi, prive di quell’effetto rieducativo che, soprattutto quando si tratta di minori, è un aspetto indispensabile per recuperare giovani che intraprendono la strada del crimine”.
“Sarebbe importante – continua Aldrovandi – ridurre il più possibile il ricorso a strumenti processuali che, di fatto, non si traducono in una pena effettivamente scontata, per dare più spazio a pene alternative che comportino lavori socialmente utili nelle case di riposo o nei canili, per esempio, da svolgere non un’ora ogni tanto ma in modo incisivo e continuativo, cosicché da far sì che il minore capisca il disvalore di quanto commesso. A questo proposito, come Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime da tempo abbiamo lanciato la proposta di abbassare l’età imputabile dagli attuali 14 anni a 12 anni, poiché i ragazzini di oggi sono molto più informati e consapevoli, e quando delinquono, spesso lo fanno in modo sfacciato, vantandosi della propria impunità”.
“Inoltre – prosegue l’avvocato – per i reati commessi dai minori, sarebbe importante prevedere che anche i genitori o chi esercita su di essi la capacità genitoriale fossero soggetti a sanzioni specifiche oltre a dover risarcire i danni causati alla vittima, in modo da far comprendere appieno la gravità della condotta criminogena del figlio minore. E ciò, pur nella piena consapevolezza della responsabilità penale come esclusivamente personale, che quando ha a che fare con gravi delitti commessi da minori potrebbe trovare questo correttivo diretto a far comprendere anche ai genitori eventuali errori educativi”.
“Infine – conclude Elisabetta Aldrovandi – fondamentale è inserire nelle scuole l’educazione all’empatia e alle emozioni. Infatti, accade di frequente che certi delitti, soprattutto violenti e a sfondo sessuale, vengano perpetrati da chi non ha la capacità di comprendere la sofferenza che ingenera nella vittima del proprio reato”.