AgenPress – Elpidio D’Ambra, il 31enne fermato nel pomeriggio di ieri per l’omicidio di Rosa Alfieri, la ragazza trovata senza vita nell’abitazione di Grumo Nevano (Napoli) dove l’uomo viveva, ha confessato il delitto negando però le violenze sulla donna.
La giovane assassinata aveva uno straccio in bocca, che probabilmente serviva a zittirla, e un brutto segno attorno al collo; per il resto — per esempio se è stata o no violentata — bisognerà attendere l’esito dell’autopsia. Una palazzina d’epoca, ristrutturata da poco con gusto: qui abitava Rosa, al primo piano, assieme alla famiglia. Lavorava nella tabaccheria di proprietà del fidanzato e del padre di lui, poco distante; anche ieri vi aveva trascorso gran parte della giornata. Nel pomeriggio, dopo le 16, aveva fatto ritorno a casa dopo avere parcheggiato l’auto.
Ascoltato dagli investigatori del commissariato di Polizia di Bagnoli, dove D’Ambra è stato condotto subito dopo essere stato bloccato dai poliziotti, ha confessato davanti al sostituto procuratore di Napoli Nord e al dirigente di Ps. D’Ambra, che aveva fatto perdere le sue tracce, è stato riconosciuto da due agenti che si erano recati nell’ospedale S.Paolo di Napoli per motivi di servizio.
Sapeva di essere ricercato, alla vista delle divise ha voltato la faccia, ha cercato di allontanarsi, ma i poliziotti gli sono piombati addosso. Non ha opposto resistenza, non ha chiesto cosa volessero da lui. Caricato sulla volante, è stato trasportato al commissariato di Bagnoli, dove è stato raggiunto dal pm di turno. Interrogatorio pressante, che è andato avanti per diverse ore. Sfumata la fragranza di reato, e quindi l’arresto, è possibile che nelle prossime ore venga emesso nei confronti del 31enne un fermo e che venga associato al carcere in attesa della convalida.
Il corpo di Rosa era stato trovato intorno alle 18 del 1 febbraio in un appartamento al civico 1 di Grumo Nevano, edificio di proprietà di parenti della ragazza e dove abita anche la sua famiglia, in una casa al primo piano. A Fanpage.it ha raccontato quei momenti la cugina della vittima: nell’appartamento sono entrati un amico di Elpidio, che era in possesso delle chiavi, e subito dopo il padre della 23enne, che la stava cercando ormai da un paio d’ore.
Disperata la mamma di Rosa. “Lui non era nessuno per togliere la vita a mia figlia. Vorrei sapere cosa gli è passato per la mente” dice per prima cosa la donna, parlando di quell’uomo di cui si erano fidati, a cui avevano affittato la casa e che ora è sospettato di aver ucciso sua figlia.
“Rosa non c’è più. La mia bambina non c’è più” dice poi Nicoletta, abbandonandosi la pianto. “Ti confesso – dice ancora Nicoletta – che adesso vorrei stare con Rosa”. La donna, visibilmente provata, conclude: “Ci affidiamo alla giustizia”.