Quirinale. Binetti (Udc): Scelta non sia trattativa tra pochi leader

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AgenPress. “È in gioco la crisi della democrazia perché potrebbero venir meno due delle sue caratteristiche essenziali: la rappresentatività e la partecipazione. Se il nome del futuro capo dello Stato si riducesse ad una trattativa tra 2-3 leader, il parlamento ne uscirebbe ancora una volta sconfitto, perché chiamato solo a ratificare quanto deciso da altri, in luogo altro dal parlamento.

Se poi il nome del prescelto fosse estraneo alle Camere verrebbe meno la sua rappresentatività del parlamento, che diventerebbe un corpo intermedio sprovvisto di autorità e autorevolezza.

Non si può negare che tutti i gruppi parlamentari siano in questi giorni più o meno coinvolti in riunioni continue, a piccoli e grandi gruppi, in cui si valutano profili, si disegnano scenari alternativi, si immagina un futuro in cui la crisi economico-sanitaria sia stata del tutto superata. Ma il loro vero ed unico strumento di potere è il voto, mentre sembra che per i rispettivi leader il potere sia definito dal veto.

Ed è alla responsabilità di voto che i parlamentari vanno richiamati, se non vogliono sancire, per distrazione o per erronea valutazione, una sorta di eutanasia del parlamento; qualcosa di molto simile ad un suicidio assistito.”

Lo scrive in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc.

 

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