Sileri: “Dubbi dell’Ema sui richiami dopo 4 mesi? Bisogna valutare tempistica, quanto circola il virus e quale dose fare, tutte cose che ci dirà la scienza”

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AgenPress. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.


Secondo l’Ema non si può proseguire con continui richiami dopo 4 mesi. “La scienza ci indicherà cosa fare. E’ chiaro che se fai un richiamo quando hai ancora l’immunità del richiamo precedente, il nuovo richiamo non serve. Si è visto che dopo 5-6 mesi l’immunità va scemando e per questo la scienza ci ha detto che serviva un richiamo. Bisogna però anche valutare quanto circola il virus, che tipo di variante è predominante. Se dovremo fare il vaccino ogni anno prima della stagione invernale come accade per l’influenza, la scienza ci darà la tempistica. Se c’è un calo di anticorpi significativo, vuol dire che il richiamo si deve fare. Dunque bisogna valutare tempistica, quanto circola il virus e quale dose fare, ad esempio è possibile che in futuro la dose di richiamo possa essere inferiore rispetto a quella che abbiamo fatto fino ad oggi. Sono tutte indicazioni che ci darà la scienza. Se poi dovesse diventare un semplice raffreddore, e non parlo della Omicron, non servirà più neanche fare il richiamo”.

Sull’idea di Inghilterra e Spagna di declassare il covid da pandemia a endemia. “E’ un’opzione che non potrà non essere valutata. Forse ce lo consentirà questa variante Omicron, che è verosimilmente meno aggressiva della Delta, ma in una popolazione vaccinata. Questo potrebbe significare convivere con un virus meno cattivo, che determinerà un certo numero di ricoveri e di decessi annui, ma più contenuto rispetto a quelli che abbiamo visto fino ad oggi quindi con un impatto molto più facilmente gestibile e prevenibile”.

Sulla proposta di Bassetti di eliminare il bollettino quotidiano. “L’aspetto del bollettino quotidiano lo abbiamo toccato su Radio Cusano Campus già ad aprile del 2020. Io sono per la trasparenza dei dati e ho fame di dati, perché più dati hai più è facile spiegare le misure che prendi. Il punto è quello che comunichi alla popolazione: oggi devo comunicare i  positivi o i ricoveri? Quei positivi prevalentemente hanno un piccolo raffreddore, alcuni sono andati in ospedale. Dire quanti sono i ricoveri e specificare se sono omicron o delta, se sono vaccinati o non vaccinati, se hanno altre patologie o no, questo aiuta la popolazione a capire meglio la situazione e a capire che il vaccino serve ed è efficace. Se invece i dati vengono buttati lì così, senza spiegare che la maggior parte dei positivi non ha sintomi, offri anche il fianco ai complottisti stile Napalm51 di Crozza che vanno sui social o in tv a dire la cazzata di turno che crea scompiglio in quei milioni di italiani che ancora non si sono avvicinati alla vaccinazione per vari motivi. Dare i dati in forma più fruibile, più semplice e spiegarli meglio sicuramente avvicina alla vaccinazione. Ad esempio dei positivi andrebbe dato il trend settimanale, quindi ciò che dice Bassetti è corretto. Quotidianamente bisogna dare il numero dei ricoveri, spiegandolo”.

Sul caso Djokovic. “Le regole devono essere chiare. Lui ha ammesso di aver commesso un errore, però è un errore grossolano e non un errore da campione. Un campione si vede anche nel quotidiano. Non è stato certo un buon esempio. Credo che il governo australiano farà la scelta più giusta. Qui dobbiamo metterci in testa che c’è un problema e che le regole devono essere seguite, a maggior ragione quando si tratta di un personaggio che ha visibilità la regola deve essere da esempio. E’ come quando chiedono ad una personalità popolare se è vaccinata, quella non può appellarsi alla privacy. Se non ti sei vaccinato almeno spiega il motivo. Le regole valgono per tutti, ma quando sei un personaggio pubblico forse valgono un po’ di più”.

Sull’emendamento bocciato per i tamponi nelle parafarmacie. “L’emendamento è stato bocciato in commissione, poi giustamente riproposto in aula. Siccome vi era una discussione in atto, l’emendamento è stato trasformato in ordine del giorno per fare in modo che i nodi vengano sciolti. Fare più tamponi nel modo giusto è un’esigenza ed è necessario che questi tamponi vengano inseriti nel flusso informativo del SSN. Questi sono nodi che verranno sicuramente risolti”.

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