Pil mondiale da 100.000 mld nel 2022, debito globale quota 226.000 mld. + 256% a causa covid

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AgenPress –  L’economia mondiale supererà i 100.000 miliardi di dollari per la prima volta nel 2022 e alla Cina serviranno due anni in più, fino al 2030, per superare gli Stati Uniti e affermarsi come la maggiore economia al mondo.

E’ quanto emerge da uno studio del Centre for Economics and Business Research riportato dai media americani, secondo il quale l’India dovrebbe superare la Francia il prossimo anno e la Gran Bretagna nel 2023 per diventare la sesta economia al mondo.

Lo studio osserva come il pil mondiale è sostenuto dalla ripresa dalla pandemia, ma avverte che l’inflazione resta una minaccia e potrebbe far scivolare le economie in recessione nel 2023 o 2024.

Sul piano del debito globale – la pandemia ha però –  allargato la forbice: quelle delle imprese e dei cittadini ma soprattutto quelle dei governi, intervenuti per evitare il crollo dell’economia.

Il debito globale, nel 2020 ha raggiunto quota 226.000 miliardi di dollari, il livello più alto dai tempi della seconda guerra mondiale. Un balzo record del 28% al 256% del Pil. A contare per poco più di metà dell’aumento è stato il debito pubblico, il cui rapporto con il Pil si è spinto fino a un massimo storico del 99%. Ma anche il debito privato ha toccato nuovi picchi.

Gli incrementi del debito sono stati particolarmente forti nelle economie avanzate, dove il rapporto con il Pil è volato fino al 124% dal 70% cui si trovava nel 2007. Il rapporto tra debito privato e Pil è invece salito dal 164 al 178% nello stesso periodo. Il debito pubblico conta per quasi il 40% del debito totale, la quota più alta da metà anni ’60. Ora si tratta di rientrare, soprattutto in presenza di un movimento verso l’alto dei tassi d’interesse.

“La crescita del debito amplifica le vulnerabilità, specialmente se le condizioni di finanziamento dovessero restringersi”, ha avvertito di recente l’Fmi. Non sarà possibile farlo con eccessiva rapidità per non frenare la ripresa, ma sarà necessario raggiungere un nuovo equilibrio tra sostegno alla crescita e bilanci a rischio.

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