Poste: sciopero degli straordinari, dal 17 dicembre al 15 gennaio

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. L’insostenibile carenza di personale (mancano 90mila unità a livello nazionale) si vede dai 1.900 uffici postali soppressi (mentre negli uffici aperti gli sportelli attivi sono sempre meno), dalle conseguenti file umilianti e stancanti per gli utenti (specie per gli anziani), dai ritardi di consegna della posta (con il sistema incivile “a giorni alterni e rarefatti”), dallo stress, dalle malattie e dagli infortuni che subiscono i lavoratori.

La strada seguita da chi dirige Poste Italiane, ormai da molti anni, è quella evidente di ridurre il personale e le strutture lavorative, per produrre sempre più utili e spartire i relativi dividendi agli azionisti [vedere https://www.facebook.com/slgcubposte/videos/442431654121513], senza guardare i danni che ciò comporta ai lavoratori e agli stessi utenti.

Come SLG-CUB Poste sostiene, da tempo, la responsabilità di questa situazione di danno nazionale è principalmente politica, e ci si deve chiedere perché i preposti a contrastarla e risolverla, come il governo e il parlamento non abbiano prodotto risultati in merito, mentre il sistema dei giornali e delle televisioni nazionali non si interessino affatto di questa situazione, dimostrando, così, di non informare i cittadini sulle questioni scomode per il potere politico ed economico. Perciò, se le istituzioni politiche nonché i mass-media nazionali si interessano della realtà in modo da evitare l’argomento, il risultato naturale è quello di screditarsi da soli, nella loro stessa funzione.

Ecco perché SLG-CUB Poste, Cobas Poste e Cub Poste indicono ancora uno sciopero (di un mese) degli straordinari, per tutti i settori lavorativi. E, i cittadini utenti, danneggiati da questa situazione (che non ha pari in Europa), faranno molto bene ad unirsi nella protesta dei lavoratori e dirigere le loro legittime proteste verso i responsabili aziendali e politici. Per avere un servizio pubblico di livello europeo, si devono coprire i 90mila posti vuoti con serietà, attuando tutti i trasferimenti volontari di sede richiesti, convertendo i part-time involontari in full-time e assumendo lavoratori fissi, cominciando a stabilizzare gli ex precari che, dopo aver lavorato negli anni scorsi, per poi essere buttati fuori, aspettano ancora (in una graduatoria), di essere richiamati e assunti. Ecco perché, davanti ai comportamenti aziendali e politici, che appaiono di una straordinaria dannosità, si è costretti a dichiarare ancora un altro periodo di sciopero dello straordinario, dal 17 dicembre al 15 gennaio prossimo, per riportare il rispetto dei diritti, di tutti, difendere il lavoro e ricostruire la civiltà dei servizi pubblici essenziali e universali.

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -