AgenPress. È accaduto che la necessità di notificare un atto sia risultata prioritaria rispetto alla salute del destinatario – dichiara il Sindacato Italiano Militari Carabinieri (SIM) -.
Il paziente, si trovava ricoverato in pronto soccorso con codice rosso ma, nonostante ciò, gli è stato comunque notificato quanto dovuto con tutta la formalità del caso. Non va bene e non permettiamo, come Associazione a carattere sindacale, che si prevarichi la fragilità dell’uomo!
Vi chiederete, chi mai potrebbe avere cosi tanto zelo nei confronti di un paziente? È presto detto: il destinatario dell’atto è un militare del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia il quale, nella mattinata del 14 dicembre mentre raggiungeva il suo posto di lavoro, veniva colto da un malore e decideva così di recarsi presso l’infermeria di reparto al fine di appurarne le ragioni.
Avvertiva quindi i superiori della sua assenza e, pazientemente, aspettava per essere visitato. Tra mille richieste burocratiche finalmente gli veniva misurata la pressione che risultava essere con valori altissimi.
La sua intuizione gli ha salvato la vita e ora, finalmente, in un presidio sanitario, sarà al sicuro. Purtroppo così non è! Qui inizia il calvario burocratico del paziente tra picchi pressori e agitazioni fino a quando un medico coscienzioso si è assunto la responsabilità dell’iniziativa e, senza perder tempo, ha redatto un referto e ha fatto accompagnare urgentemente l’assistito presso un pronto soccorso grazie alla disponibilità di un infermiere che metteva a disposizione la sua auto privata pur di far presto.
Il nostro militare arrivava quindi in ospedale e veniva ricoverato in codice rosso per una rapida somministrazione della terapia e qui riceveva la visita, fugace, di un rappresentante della grande famiglia dell’Arma il quale, il giorno seguente e con la scusa di accertarsi dello stato del militare ricoverato, ingenuamente sfodera un atto da notificargli, incurante delle eventuali ripercussioni medico-sanitarie sul destinatario degente e sotto effetto della terapia farmacologica.
Un atto che poteva essere notificato tramite PEC o posta ordinaria in un altro momento, così come riportato in calce al documento e anche in relazione agli accessi limitati nei nosocomi per via del Covid.
Non si è pensato alla salute di un militare chiaramente a rischio ma solo all’atto dovuto. Se la vicenda non è degenerata, come spesso accade, è stato grazie al buonsenso di un ufficiale medico e ad un infermiere che, con diligenza, hanno risolto una situazione che poteva avere un epilogo ben più drammatico. Non lo tolleriamo! Non accettiamo questo modo di operare e saremo sempre dalla parte di chi subisce questi trattamenti poco umani!
La nostra divisa ci impone il buon senso e ci ricorda di essere prima di tutto galantuomini e non meri amministrativi! Ancora una volta il SIM è accanto al personale della linea Mobile, soprattutto quella Lombarda dove pare che i problemi non finiscano mai.