AgenPress – C’è un sospettato su cui si sta concentrando in queste ore l’attenzione degli carabinieri di Viterbo che indagano sull’omicidio di Dario Angeletti, biologo marino e professore associato all’università di Viterbo, trovato cadavere ieri nel parcheggio sterrato nei pressi delle Saline, a Tarquinia, vicino Roma. Per chi indaga l’omicidio sarebbe maturato nella cerchia delle conoscenze personali e non lavorative.
Al vaglio un possibile litigio per motivi sentimentali. Le indagini sono coordinate dalla procura di Civitavecchia. Potrebbe essere impressa nelle immagini di una telecamera di videosorveglianza la svolta sulla morte di Dario Angeletti.
Decisive per le indagini i video di alcune telecamere che da lontano inquadrano il parcheggio dove Angeletti è stato trovato. Da ieri pomeriggio, quando è scattato l’allarme dopo la scoperta del corpo nell’auto, i carabinieri lavorano senza sosta per dare un volto e un nome al killer del professore.
E per stabilire movente e dinamica di quanto accaduto nella zona delle Saline. In queste ore si sono succeduti gli interrogatori di conoscenti, familiari e anche di eventuali testimoni che potrebbero aver visto o sentito qualcosa poco prima del ritrovamento del corpo.
Analizzando le immagini di varie telecamere posizionate nell’area delle Saline gli investigatori dell’Arma di Tarquinia si sarebbero concentrati in particolare su una, situata nei pressi del piazzale in cui è stata trovata la macchina di Angeletti e che potrebbe aver ripreso un secondo veicolo arrivare o andare via.
A terra gli investigatori hanno trovato segni di frenata della macchina della vittima. Non si esclude, dunque, che Angeletti abbia tentato di scappare. L’uomo era insanguinato, seduto al posto del guidatore con la cintura di sicurezza allacciata. A dare l’allarme è stato un passante.