AgenPress – “Nel momento in cui un partner non proprio irrilevante e un alleato non proprio trascurabile come la Germania sembra cambiare profondamente linea, credo sia inevitabile che qualche riflessione si faccia anche nel nostro Paese, anche perché quella scelta determinerà dei riflessi che riguarderanno anche il nostro Paese, lo si voglia o no, in un mercato unico senza frontiere”.
Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando, intervenendo alla Conferenza sulla diffusione e dipendenza dalle sostanze stupefacenti in corso a Genova, commentando la svolta verso la legalizzazione della cannabis. “Andiamo oltre ipocrisie, ideologie e stereotipi che sono il presupposto fondamentale di quello stigma contro il quale diciamo di voler cooperare”.
“E’ certo che l’approccio meramente repressivo contro le dipendenze è stato pregiudizievole, respingente e non si è fatto carico delle fragilità, non ha cercato di capirle, è stato sostanzialmente una collettiva autoassoluzione rispetto ai fallimenti collettivi. Credo che vada costruita una strategia ampia, che coinvolga la famiglia, le scuole, il sistema sociale e sanitario”, ha aggiunto Orlando.
“Mi auguro che la conferenza metta una pietra tombale sulla stravagante tentazione di immaginare una via italiana alla lotta alla droga, o meglio soltanto italiana, la lotta alla droga può essere solo globale, la scala minima è quella europea”. Interviene nella discussione, con una nota, la sottosegretaria leghista al Lavoro, Tiziana Nisini: “La droga non si combatte legalizzandola. Si aprirebbero scenari ancora più preoccupanti, rispetto a quelli attuali. Serve prevenzione e non è sicuramente il momento di riflettere. Lo sforzo corale lo dobbiamo fare contrastando il dilagare del fenomeno e non favorendone il suo utilizzo”.
“Sono stati molti gli annunci di tolleranza zero contro le dipendenze, le dichiarazioni di guerra, ma se la guerra non è stata persa, certamente non è stata vinta. Negli ultimi anni c’è stato un morto al giorno per overdose” ha continuato il ministro del Lavoro. “Vorrei che si potesse andare oltre le ipocrisie, perché è vero che la droga riguarda i giovani, ma non riguarda soltanto i giovani. Riguarda le fasce vulnerabili della società, ma non riguarda più soltanto quelle. Riguarda anche le cosiddette elite, lo dobbiamo dire con grande chiarezza. La fragilità riguarda il cuore della nostra società e ha molto a che vedere con la solitudine, saranno 10,2 milioni gli italiani che nel 2040 vivranno da soli”.