AgenPress. Intervista Esclusiva a Virginia Raggi, dirigente del M5s, consigliera comunale, già Sindaca di Roma.
Virginia Raggi, oggi si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. I dati sono drammatici. Nell’universo mondo una donna su tre è stata vittima di violenza fisica o psicologica. Lei non ha bisogno di citare dati e percentuali perché, come Sindaca di Roma, è stata destinataria di attacchi sessisti, diretti o striscianti, al solo scopo di denigrarla politicamente. Le chiedo quanto le hanno fatto male, come donna?
Fanno sempre male, anche se noi siamo abituate, sin da bambine, a combattere contro la brutta usanza di essere bullizzate e, per certi versi, siamo desensibilizzate. Andiamo avanti, nonostante tutto. Io ho continuato a fare, come sempre, il mio lavoro, ma il problema resta e, anzi, sta diventando sempre più grave, perché è ormai un’abitudine denigrare e attaccare le donne, in quanto tali. L’ultimo episodio è di qualche giorno fa, quando l’ex ministro Lucia Azzolina è andata in tv e un quotidiano ha pensato bene di attaccarla per il suo modo di vestire. Io ritengo che questo sia grave e che ci sia, purtroppo, un’assuefazione generale al malcostume dilagante.
Le è mancata la solidarietà delle donne? Si è sentita sola?
Sì, mi è mancata la solidarietà della donne, soprattutto di quelle che si professano femministe, abituate a fare, non solo per me, puntualmente dei distinguo, quando viene attaccata una donna, che non fa parte di un determinato schieramento politico. E’ stato purtroppo così anche quando a Roma abbiamo celebrato i funerali di giovanissime ragazze. Alcune associazioni non c’erano, perché magari le loro famiglie avevano una diversa collocazione politica. Credo che questo sia estremamente grave e la cosa ancora più grave è che non lo dice nessuno.
Lei è stata e rimarrà la prima Sindaca di Roma. Ha dovuto combattere contro tutto e contro tutti, anche perché era una donna?
Io ho cercato di fare il mio lavoro e ho provato a rispristinare un’etica nella politica che mancava, a partire dal rispetto delle leggi, dalla pulizia e dal rigore nei bilanci, dal recupero di un corretto rapporto con gli altri enti e, soprattutto, con i privati, che si rivolgevano all’amministrazione. Abbiamo ristabilito tutto questo, attraverso una serie di misure, che Roma aveva dimenticato da tanto tempo. Mi sembra che si stia, purtroppo, riscivolando in tutt’altra direzione.
Che cosa ha fatto la Sindaca Virginia Raggi in difesa delle donne?
Oggi celebriamo la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La mia Amministrazione ha aperto un centro antiviolenza praticamente in ogni municipio. Noi ne abbiamo trovati due e ne abbiamo realizzati altri dieci, più altri due, la cui inaugurazione era prevista entro la fine dell’anno. Abbiamo aperto dieci nuove strutture, fra case rifugio, case di semi autonomia e di cohousing, triplicando i posti a disposizione. Abbiamo lavorato molto sul tema dell’accoglienza delle donne, vittime di violenza. Io credo, però, che un grande passo in avanti si debba fare sia sul tema dell’indipendenza economica. Le donne, vittime di violenza, sono, per la maggioranza delle volte, succubi del proprio compagno o marito, perché non hanno quell’autonomia di sostentamento, che potrebbe consentire loro di uscire più facilmente da quella spirale di violenza. La fuoriuscita dalla violenza è più difficile, quando la donna dipende economicamente dall’uomo. Quando teme, che una volta uscita da quel contesto intollerabile, non saprà come mantenere né se stessa, né i suoi figli. Quello dell’indipendenza della donna dall’uomo è un tema, che deve essere immediatamente affrontato. Ritengo che sia fondamentale immaginare, al di là dell’articolo 3 della nostra Costituzione, misure ad hoc per le donne. Io mi sono sempre battuta perché venisse esteso per legge anche ai padri il congedo parentale obbligatorio, per la stessa durata già prevista per le madri. Questo renderebbe in qualche modo neutro il genere del lavoratore assunto, rispetto al datore di lavoro, mentre oggi c’è, invece, ancora una grande discriminazione. Poi, c’è un altro tema a latere, ma molto importante per la difesa delle donne…
Vale a dire…
Bisognerebbe valorizzare le associazioni di uomini ex maltrattanti, perché il fenomeno della violenza contro le donne non finirà sino a quando noi non parliamo con gli uomini, che delle violenze sono gli autori. Dobbiamo coinvolgere anche loro in questa battaglia: uomini, ragazzi e bambini. E’ una battaglia, che deve cominciare da appena nati.
So per certo che la sua mancata conferma a Sindaca di Roma è una ferita ancora aperta per un numero grandissimo di donne e di uomini, che le vogliono bene. E’ questo affetto, invisibile e misconosciuto ai più, che le dà oggi la forza di non darsi per vinta e continuare la sua battaglia politica per Roma e, suppongo, non solo per Roma?
Io tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per la mia città, per le persone che credevano in me, nella mia squadra e nel nostro progetto ed è a quelle persone che dobbiamo ancora rispondere. E continueremo a farlo.
di Antonello Sette (SprayNews.it)