AgenPress.”Di male in peggio! Non solo come da noi già denunciato riprovano a rimettere la Tari nella bolletta elettrica, cosa vietata dall’Unione Europea, ma ora peggiorano pure l’emendamento” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione che aveva scovato l’emendamento dei senatori Davide Faraone e Mauro Marino tra i tanti presentati al dl fisco.
“La nuova formulazione, infatti, toglie il comma che, in cambio di quel regalo, costringeva gli enti locali a utilizzare quei soldi per il sostegno alle attività economiche più colpite dall’emergenza epidemiologica attraverso la sospensione o riduzione di almeno il 50 per cento, per l’anno 2021, dei pagamenti della Tari. Insomma, ora, con quei soldi potranno farci ciò che vogliono. Un sopruso bello e buono” conclude Vignola.
Nell’emendamento, infatti, saltano i commi 4 e 5. Con il comma 4 si diceva che i comuni che mettevano la Tari in bolletta non dovevano più effettuare l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Con il quinto comma che gli enti locali dovevano utilizzare la maggiore capacità di spesa che ne derivava, per il sostegno alle attività economiche più colpite dall’emergenza epidemiologica attraverso la sospensione o riduzione di almeno il 50 per cento, per l’anno 2021, dei pagamenti dell’imposta municipale sui rifiuti (Tari). Insomma, il combinato disposto dei due emendamenti è che ora non ci sono più vincoli di destinazione prestabiliti per legge collegati, anche se indirettamente, alla Tari in bolletta.