AgenPress – “La diffusione dei primi casi di virus si riscontra proprio accanto al mercato, molto distante dall’Istituto di Virologia al centro delle accuse di chi ritiene che si sia trattato di un incidente di laboratorio con fuga del virus: né, d’altra parte sono stati trovati paper, scambi di mail che avessero per oggetto il nuovo virus, presenza dello stesso sulle superfici o prove del suo sequenziamento sui computer ispezionati. E ancora non è vero che il virus sia nato già ‘adattato’ all’uomo, come accadrebbe se fosse stato artificiale, poiché è già mutato molte volte, come ben sappiamo. Ad oggi quindi non esistono evidenze a supporto di questa tesi”.
Lo dice l’epidemiologo Edward Holmes, professore di Biologia evolutiva all’Università di Sidney, il primo ad annunciare al mondo con un tweet la sequenza genomica di Sars-CoV-2 a gennaio 2020, ha sostenuto e illustrato collegato alla settima edizione del Festival della Scienza Medica in corso a Bologna.
Il Sars-CoV-2 ha compiuto un salto di specie da animale a uomo e questo si è verificato la prima volta nel famoso mercato di Wuhan: “Follow the animals, insomma: se guardiamo una cartina del mercato, da me visitato molte volte, l’area nella quale sono state trovate le più alte concentrazioni di virus è quella che ospita gli animali selvatici”.
Il professor Holmes esclude quindi la possibilità che questo coronavirus sia stato creato in laboratorio: “La diffusione dei primi casi di virus si riscontra proprio accanto al mercato, molto distante dall’Istituto di Virologia al centro delle accuse di chi ritiene che si sia trattato di un incidente di laboratorio con fuga del virus: né, d’altra parte – ha affermato – sono stati trovati paper, scambi di mail che avessero per oggetto il nuovo virus, presenza dello stesso sulle superfici o prove del suo sequenziamento sui computer ispezionati.
E ancora non è vero che il virus sia nato già ‘adattato’ all’uomo, come accadrebbe se fosse stato artificiale, poiché è già mutato molte volte, come ben sappiamo. Ad oggi quindi non esistono evidenze a supporto di questa tesi”.
“Ad oggi – ha detto – siamo abbastanza certi che il pipistrello Rinholophus, o ‘ferro di cavallo’, molto diffuso nel sud-est asiatico, è uno dei principali candidati ad essere il principale serbatoio del virus, così come il pangolino del Guangdong: in essi è stato trovato un virus che mostra particolari analogie con il Sars-CoV-2, specialmente nel dominio legante il recettore, che è come dire la ‘chiave’ che apre la serratura per poter penetrare nell’organismo e infettarlo“.