Ecco come tentare di prevenire “La violenza di genere dalla A alla Z”

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AgenPress. Sono intervenuto per presentare il libro “La violenza di genere dalla A alla Z” curata da Virginia Ciaravolo. Come ho scritto nella presentazione del libro, la pubblicazione rappresenta un prezioso contributo per la conoscenza e la comprensione del fenomeno della violenza di genere in tutte le sue manifestazioni.

Uno strumento prezioso per gli studiosi della materia e per la formazione e l’aggiornamento degli operatori dei centri anti-violenza, delle strutture socio-sanitari e di tutti coloro che sono chiamati ad occuparsi di donne e minori vittime di violenze.
Il libro è scritto a più mani, con il contributo di diverse figure professionali in uno stile semplice, accessibile anche a chi, pur non essendo addetto ai lavori, voglia informarsi e riflettere in proposito.

Altro pregio dell’Opera discende dalla estrazione culturale e professionale degli autori dei vari temi affrontati che consente di poter coniugare il sapere degli studiosi delle scienze comportamentali con il fare di addetti ai lavori con esperienze operativa.

Oltre ai prezioso lavoro della Criminologa psicoterapeuta Virginia Ciaravolo, nella doppia veste autrice e curatrice della pubblicazione vi sono i contributi di vertici istituzionali (come il Prefetto Antonio De Iesu già Questore di Napoli e Vice Capo della Polizia) parlamentari (come le senatrici Valeria Valente Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e Valeria Fedeli già Ministro dell’Istruzione ), rappresentanti degli enti locali, magistrati, docenti universitari, avvocati, sociologi, criminologi, psicologi, medici, assistenti sociali, rappresentanti di centri antiviolenza fino alla madre di un bambino ucciso dal padre.

Una grande opportunità che consente di promuovere la cultura della sicurezza delle vittime condivisa che vede il “sapere” viaggiare di pari passo e supportare il “saper fare” in un rapporto osmotico in cui l’uno alimenta l’altro, arricchendosi e rinforzandosi a vicenda.

l’Italia ha ormai un robusto apparato legislativo. Dalla riforma del diritto di famiglia alla Convenzione di Istanbul fino al Codice Rosso, la violenza sessuale, domestica e il femminicidio sono considerati crimini contro l’umanità, giustamente puniti in modo severo. Nel corso del tempo le pene sono state inasprite, sono stati introdotti nuovi reati come lo stalking, il revenge porn, il matrimonio precoce.

Il nostro legislatore è intervenuto più volte sul tema introducendo numerosi e importanti strumenti giuridici penali, procedurali e di prevenzione con leggi specifiche. Strumenti giuridici che permettono di registrare significativi segnali di miglioramento. Fatti e numeri importanti, ma non sufficienti. Se a distanza di 12 anni dalla prima legge (decreto legge n. 11 del 23 febbraio 2009) a fronte dell’aumento delle denunce, degli ammonimenti, degli arresti in flagranza di reato, si registrano ancora così tanti gravi fatti, ritengo necessario, accanto ai punti di forza, valutare le criticità.

Gli strumenti giuridici offerti dal legislatore sono importanti, ma non sufficienti, se non utilizzati congiuntamente alla professionalità e al sapere scientifico, da parte di tutti i rappresentanti delle Istituzioni, Amministrazioni e Enti, a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di prevenzione e repressione degli abusi. Ciò vale soprattutto con riferimento alla tutela della vittima che ha denunciato la violenza e agli interventi nei confronti del maltrattante o dello stalker, quest’ultimo, in particolare, se già ammonito.

Una professionalità e un sapere scientifico che può essere arricchito dai contributi della pubblicazione realizzata dalla vulcanica Virginia Ciaravolo che fornisce uno strumento aggiornato e flessibile, che unisce attenzione ai risultati delle ricerche più recenti, discussione delle questioni controverse e chiarezza nell’esposizione. Scritto in uno stile semplice, il libro è accessibile anche a chi, pur non essendo uno specialista, voglia informarsi, riflettere e agire in proposito.

Sul tema, la mia esperienza operativa e amministrativa mi porta alla conclusione che occorrerebbe essere ancora più incisivi su più piani
Servirebbe una ulteriore azione formativa mirata che coniughi competenza ed esperienza e che si traduca in linguaggio comune, regole condivise, procedure operative. Una formazione che consenta l’interazione tra le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali e l’esperienza professionale degli operatori di settore.

Sarebbe necessario rendere concrete le previsioni di legge sui programmi che hanno come obiettivo l’intervento nei confronti di maltrattanti e stalker, attraverso l’attivazione di percorsi psico-educativi e l’attività di sensibilizzazione. Le vittime vanno protette con interventi sugli stalker. Per ridurre i casi di femminicidio servono Centri di ascolto per maltrattanti. Per fortuna negli ultimi tempi si registra una maggiore attenzione anche alle figure dei maltrattanti con l’apertura di vari CAM.

Servirebbero regole severe su video ‘violenti’. Dobbiamo interrogarci su quali conseguenze possano determinare il linguaggio e le immagini di determinati cartoni e videogiochi il cui obiettivo è uccidere e ancora uccidere. Il concetto di violenza assistita ci dimostra come l’esposizione alla violenza su figure di riferimento crei traumi profondi e duraturi. Un bambino che ha subito un trauma o assistito a fatti di violenza, può dunque elaborare un’immagine che, da adulto, può condurlo a un comportamento e a stili di vita negativi.

Tra i relatori oltre alla curatrice della pubblicazione Virginia Ciaravolo, la senatrice Valeria Fedeli la Presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, l’avv. Giuseppe Bartilotti, e la giornalista Silvia Mari nella veste di moderatrice dei lavori.

Lo scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla sua pagina FB.

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