AgenPress – “Il green pass è una palese violazione del principio di uguaglianza e di non discriminazione dei cittadini, violando il loro diritto al lavoro o allo studio. Io vaccinata? Non voglio rispondere e trovo contraddittorio violare la privacy dei promotori del referendum, visto che il referendum è sul green pass, un provvedimento discriminatorio che viola appunto la privacy dei cittadini”.
Lo ha detto l’avvocata Olga Milanese, promotrice del referendum sul green pass, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “L’obbligo al vaccino? Penso sia impossibile e illegittimo in questo momento… Tra noi promotori del referendum ci sono persone vaccinate e non vaccinate, perché sono tutte persone intelligenti che capiscono che quella del green pass obbligatorio sia una questione di mero diritto”.
“Noi rappresentiamo cittadini e studenti che si sono attivati per promuovere questo referendum. Vogliamo rappresentare le istanze di queste persone. Il Green pass è uno strumento di discriminazione perché determina una palese violazione del principio di eguaglianza e non discriminazione dei cittadini. Ora anche il diritto al lavoro e all’accesso ai servizi, il tutto sulla base di un passaporto vaccinale, di un lasciapassare che viene utilizzato per decidere su diritti che sono di tutti”, afferma con qualche tentennamento.
A questo punto, ed eccoci al fatto clamoroso, la domanda a bruciapelo della conduttrice: “Ma lei si è vaccinata?”. E l’avvocato: “Io non vorrei toccare il referendum vaccino”. E la Gruber: “Però posso saperlo, se è vaccinata sì o no”. E la Milanese: “Sarebbe abbsatanza contraddittorio violare la privacy dei soggetti proponenti del referendum, poiché contestiamo proprio questo: il diritto di chiunque di accedere ai propri dati sanitari. Non è un referendum sul vaccino, questo”, conclude.