AgenPress – La proroga dello Stato di emergenza, che scade il 31 luglio, è sul tavolo di palazzo Chigi, che la sta vagliando con attenzione. Anche se non è stato ancora deciso nulla, il premier Mario Draghi sarebbe intenzionato ad allungare la misura fino al 21 dicembre per non vanificare alcuni meccanismi di contrasto alla pandemia: primo fra tutti il lavoro della struttura commissariale del generale Figliuolo e l’esistenza del Cts.
In ballo ancora un piano vaccini che, soprattutto ora con lo stop ad Astrazeneca agli under 60, potrebbe subire dei ritardi. L’approvvigionamento da rimodulare, le terze dosi da organizzare e soprattutto quella fase due che vedrebbe l’uscita di scena degli hub a favore di un sistema delocalizzato merita un controllo capillare per non rischiare di vanificare il percorso fatto con la campagna affidata nelle mani del generale.
I risultati sono soddisfacenti, ma in conto bisogna mettere anche il fatto che siamo in estate e il virus – lo hanno imparato tutti – con il caldo perde di aggressività.
Quello che non vuole Draghi è uscire dall’emergenza per poi rientrarvi in autunno, insomma, per lui il rischio “deve essere sempre ragionato” e non si possono permettere proprio ora passi falsi. Inoltre senza lo Stato di emergenza verrebbe meno la possibilità per le imprese di utilizzare lo smart working e anche la Dad nelle scuole in caso di quarantena. Per ora, spiegano fonti della maggioranza, si è aperta una riflessione e all’interno dell’esecutivo sono già emersi dei distinguo.
Da metà luglio potremmo dire addio all’obbligo della mascherina all’aperto. Questa, secondo insistenti indiscrezioni, l’ipotesi che il governo Draghi starebbe valutando. Ipotesi che sarebbe ritenuta plausibile anche dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza, da sempre del fronte ‘rigorista’. Anche se questa mattina, il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, nel corso di una intervista ha detto che “dai primi di luglio sarebbe opportuno far cadere l’obbligo”.