Patrick Zaki compie 30 anni in carcere. Rettore Bologna, “incessante mobilitazione” a sostegno

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AgenPress –  Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto dal febbraio 2020, oggi compie 30 anni. È il secondo compleanno che il ricercatore e attivista per i diritti umani trascorre in cella. Gli attivisti della rete ‘Patrick Libero’, amici e familiari, gli augurano buon compleanno e reclamano la sua innocenza: “Di cosa c’è bisogno – si chiedono – per lasciarlo andare? Abbiamo provato cento volte che è innocente. Ha già trascorso un anno e quattro mesi in prigione”. Bologna, che insieme ad altre città italiane gli ha conferito la cittadinanza onoraria, oggi inaugura a porta Saragozza la mostra ‘Patrick patrimonio dell’umanità’, un chilometro e mezzo di striscioni realizzati dal fumettista e attivista Gianluca Costantini, dedicati alle storie di prigionieri di coscienza privati della libertà in 13 Paesi diversi.

“La nostra voce continuerà a farsi sentire fino a che non ti sapremo di nuovo accolto nella nostra comunità e in grado di abitare la speranza nel futuro”, dice   Francesco Ubertini, rettore dell’Università di Bologna. “Numerosi sono gli eventi, a Bologna e in tutto il nostro Paese, che in questi giorni vogliono tenere alta l’attenzione sul tuo stato di ingiusta prigionia e privazione di quel bene inalienabile che è la libertà”, sottolinea Ubertini. Una “incessante mobilitazione”, ricorda il rettore, che non è legata solo alla ricorrenza odierna ma che è viva fin dal 7 febbraio 2020, data del suo arresto. “Nessuno di noi ha mai smesso di sperare, neppure per un giorno, nella tua liberazione, e di pensare a te con empatia, senso di vicinanza e trepidante attesa di una svolta positiva. Essere con te anche oggi – prosegue Ubertini – e ricordare che giungi al traguardo dei tuoi trent’anni, è cionondimeno importante perché ci consente di pensarti non solo come studente, come risoluto sostenitore della libertà del pensiero critico, ingiustamente detenuto nel mancato rispetto dei diritti umani, ma anche e soprattutto come uomo, accompagnato e sostenuto, sino a un anno e mezzo fa, come tutte e tutti noi, da speranze, progetti, aspettative, sogni. Il fatto che sia stato sospeso con inaudita violenza e inaccettabile sopraffazione il corso della tua vitale energia e della tua crescita è quanto ci fa più male. Ma è anche quello che ci spinge a continuare, con immutata tenacia, la battaglia per la tua liberazione”.

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