AgenPress. Quasi due mesi fa ebbi modo di ricordare che nelle ore precedenti qualcuno aveva avanzato “con nonchalance addirittura l’ipotesi della somministrazione di un cocktail di vaccini. A me – continuavo nella dichiarazione – il termine cocktail fa venire in mente il Bloody Mary o il Daiquiri. Forse ad altri fa venire in mente il Black Russian che è sì un cocktail con vodka e liquore al caffè, ma che di questi tempi potrebbe in maniera subliminale evocare un vaccino prodotto al di là della ex cortina di ferro”.
Stamane da agenzie di stampa apprendo la notizia che l’Istituto Spallanzani di Roma “sta avviando una valutazione della capacità dello schema vaccinale eterologo (prima dose AstraZeneca e seconda dose Pfizer o Moderna) di generare una risposta immunitaria adeguata, e un numero di eventi avversi comparabile con i migliori dati degli schemi vaccinali omologhi tradizionali”, come annunciato dalla direzione dell’Inmi Spallanzani in una nota.
Qualche perplessità ha fatto capolino tra i miei invecchiati neuroni.
Poi il flash delle dichiarazioni del capo della Lega Matteo Salvini che dichiara “Basta che le decisioni siano chiare, perché non ci può essere AstraZeneca a giorni alterni. Io, da cittadino italiano, vorrei avere chiarezza. Il mix per i cocktail è un conto, il mix dei vaccini è un altro conto. Quindi non si può sapere il lunedì una cosa e il martedì un’altra. L’Agenzia del Farmaco dovrebbe dirci qualcosa”.
Il primo pensiero è quello di chiedere a Salvini i diritti d’autore, poi desisto non saprei come rintracciarlo.
Mi chiedo: se il protocollo di studio dello Spallanzani sull’efficacia e la sicurezza del mix di vaccini anti-covid non è stato ancora sottoposto alla approvazione di Aifa, e dunque non risulta ancora autorizzato, non appaiono quantomeno avventate le dichiarazioni di chi sin da ora, tra gli esperti televisivi della pandemia, azzarda previsioni sulla sicurezza del cocktail di vaccini magari solo sulla base di rari studi effettuati ad esempio in Canada?
Altro argomento insidioso e prematuro è la terza dose di vaccino sulla cui utilità, anziché sentire ipotesi avanzate da tuttologi, sarebbe opportuno avere dati scientifici concreti e comunicarli correttamente ai cittadini.
Lo studio dell’Inmi Spallanzani di Roma sulla sicurezza e l’efficacia del mix di vaccini (prima dose AstraZeneca e seconda con Pfizer e Moderna) “è un lavoro teso a creare nel Paese maggiore serenità e maggiore consapevolezza nella scelta del Governo”, sembra abbia affermato Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma. direttore sanitario e tuttora, già da molte settimane, direttore generale facente funzione. Una domanda all’assessore alla sanità del Lazio: a quando la promozione a direttore generale non più facente funzioni oppure la nomina, da parte della regione Lazio, di un altro direttore generale?
Luciano Cifaldi, segretario generale Cisl Medici Lazio