Agenpress – A stoppare la corsa di Elio Lannutti, senatore M5s, alla guida della Commissione d’inchiesta sulle banche, la rivelazione de La Repubblica: “Il figlio di Lannutti lavora nella Popolare di Bari”, salvata proprio in questi giorni dal governo con un investimento da 900 milioni di euro (è atteso il decreto finale).
“Io non ho mai voluto denunciare nessun collega, ma ora ho affidato la tutela del mio onore ad Antonio Di Pietro e ad Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef”. Così Elio Lannutti rispondendo alle critiche di conflitto di interesse per il fatto che il figlio lavora per la Popolare di Bari. “Cosa significa che mio figlio lavora in banca? Dov’e’ il conflitto di interesse? Andate a vedere il conflitto di interesse di coloro che hanno fatto i crack e non di uno che lavora onestamente. Vi dovete vergognare! Di Pietro mi difenda anche da questo!”.
“Corso” da Beppe Grillo insieme ad Antonio Di Pietro, il senatore ha così risposto ai cronisti al termine dell’incontro: “Io non mi sfilo da un bel niente. E nessuno mi ha chiesto un passo indietro”. Il suo nome, però, trova la ferma opposizione del Pd: difficile pensare che il Movimento Cinque Stelle tiri dritto mettendo a rischio gli equilibri di una maggioranza già sufficientemente traballante di suo.
“Sono qui con Lannutti che attaccano sul piano personale piuttosto che riflettere sulla necessità di fare al più presto questa commissione sulle banche: hanno paura della sua preparazione professionale della sua storia e di ciò che potrebbe fare alla presidenza di questa commissione”, ha detto Antonio Di Pietro lasciando l’hotel Forum.