Fondi Lega. Ex revisori contabili condannati fino a 5 anni di carcere. Confiscate due ville

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AgenPress – I due ex revisori contabili della Lega in Parlamento Alberto Di Rubba a 5 anni e Andrea Manzoni a quattro anni e quattro mesi, imputati a Milano per il caso della compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission, con la quale sarebbero stati drenati fondi pubblici. Lo ha deciso il gup Guido Salvini al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato.

Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni dovranno anche versare in solido un risarcimento danni di 150mila euro a Lombardia Film Commission, fondazione partecipata dalla Regione e dal Comune di Milano e parte civile nel processo. Lo ha deciso il gup Guido Salvini che ha inoltre disposto un risarcimento di 25 mila euro per il Comune. Il gup Salvini ha inoltre disposto per i due imputati l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale durante l’esecuzione della pena.

“Massimo rispetto per la sentenza e massimo dissenso dalla sentenza”. Così si è limitato a dire l’avvocato Piermaria Corso, difensore di Alberto di Rubba e Andrea Manzoni condannati oggi in abbreviato per il caso Lfc rispettivamente a cinque anni e 4 anni e 4 mesi di reclusione.

Il gup di Milano Guido Salvini ha disposto anche la confisca di porzioni delle due villette sul lago di Garda riconducibili agli imputati fino a circa 300 mila euro, cifra pari alla metà del loro valore di acquisto. I due immobili si trovano a Desenzano del Garda (Brescia) presso il Green Residence Sirmione ed erano già stati sequestrati dalla Finanza nel corso delle indagini.

Al centro dell’inchiesta c’è stata l’operazione che a fine 2017 portò Lombardia Film Commission, fondazione regionale per la promozione del patrimonio cinematografico lombardo allora presieduta da Di Rubba, a sborsare 800mila euro di fondi pubblici per l’acquisto di un capannone di Cormano dove trasferire la propria sede legale e operativa. Una compravendita effettuata, secondo l’accusa, “a prezzi gonfiati” con l’unico obiettivo di drenare risorse pubbliche: lo stesso capannone, secondo quanto emerso dalle indagini, era infatti stato acquistato 11 mesi prima per 400mila euro dalla società Andromeda, riconducibile al commercialista Michele Scillieri (titolare dello studio dove nel 2017 venne domiciliato il movimento “Lega per Salvini premier” che ha già patteggiato la pena a 3 anni e 4 mesi di carcere) e fu poi rivenduto a Lombardia Film Commission a un prezzo raddoppiato.

Stando alla ricostruzione dei pm, fu l’imprenditore bergamasco Francesco Barachetti (pure lui agli arresti domiciliari e ora sotto processo in ordinario) il “principale artefice” di quel meccanismo mirato a gonfiare i costi d’acquisto dell’immobile di Cormano attraverso una serie di lavori di bonifica e ristrutturazione in realtà mai eseguiti. Oltre al Comune di Milano, si era costituita parte civile anche la “nuova gestione” di Lombardia Film Commission che aveva chiesto un risarcimento di oltre 1,7 milioni di euro e oggi si è vista riconoscere una provvisionale di 150mila euro in attesa un separato giudizio in sede civile.  All’amministrazione di Palazzo Marino, che aveva chiesto 170mila euro di risarcimento, è stata invece assegnata una provvisionale di 25mila euro.

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