AgenPress. Aspettano il loro turno, poi entrano al padiglione 11 del vaccination point di Beogradski Sajam, la Fiera di Belgrado, mostrando la conferma della prenotazione del portale governativo eUprava, unica modalità d’accesso alla vaccinazione in Serbia, aperta anche ai cittadini stranieri, italiani inclusi.
Lo racconta il reportage pubblicato su “Gente”, in edicola da venerdì 23 aprile, spiegando passo per passo quel che accade una volta varcata quella porta. «Per prima cosa bisogna riempire un formulario con le informazioni, le stesse già inserite in fase di richiesta, inclusa la scelta del tipo di farmaco che si vorrebbe ricevere: l’americano Pfizer, il russo Sputnik, il cinese Sinopharm o l’inglese AstraZeneca», spiega il dottor Zoran Bekic, capo coordinatore del vaccination point della Fiera che può inoculare 8 mila dosi al giorno.
«Il secondo step è l’incontro con i medici che valutano condizioni, fragilità e patologie di ciascuno e decidono anche se il vaccino richiesto dal paziente è quello più indicato o meno, poi si passa ai box per la puntura».
Chi esce da lì, si legge sul settimanale, che documenta fotograficamente ogni passaggio, aspetta che la dottoressa Svetlana Micic, coordinatrice del padiglione, metta la firma sul certificato di vaccinazione, poi va nella sala d’attesa per i quindici minuti di osservazione, dove i serbi siedono accanto agli stranieri che hanno attraversato il confine all’alba dalla Macedonia, dal Montenegro e dalla Bosnia-Erzegovina.
Ci sono soprattutto loro tra i quasi 55 mila stranieri che hanno fatto domanda su eUprava, ma non mancano neppure gli europei, italiani inclusi. “Siete fantastici, grazie con amore dall’Italia”, si legge sul libro degli ospiti che chi vuole può firmare prima di andar via. Non registra auguri e buoni auspici come accade ai matrimoni, ma gratitudine per aver avuto la possibilità di vaccinarsi prima che nel proprio Paese.