AgenPress. Report sulle cause di morte durante la prima ondata della pandemia. A marzo-aprile del 2020 le morti in Italia sono state oltre 49 mila rispetto alla media durante lo stesso periodo riscontrata nei 5 anni precedenti.
L’incremento di mortalità si è concentrato soprattutto nelle regioni del Nord-ovest, dove sono esplosi i primi focolai epidemici; in quest’area i decessi in più sono stati 34.449 decessi con un raddoppio dei casi e un effetto dovuto all’invecchiamento piuttosto contenuto (+1.833 decessi).
Sono i dati aggiornati legati all’emergenza con le informazioni rilevate dall’Istat: il 60% dell’aumento di morti è attribuibile al Covid (29.210), il 10% a polmoniti e il 30% ad altre cause.
I 29mila decessi per Covid-19 rappresentano il 18% della mortalità del periodo. L’età media dei deceduti per Covid-19 è di 80,2 anni, un anno e mezzo più bassa dell’età media del totale dei decessi (81,6 anni).
Nel Nord-ovest, il Covid-19 è responsabile di un terzo della mortalità totale, quasi 19mila decessi, il 64% dei decessi per Covid-19 di tutta Italia. Circa il 20% (6mila) dei decessi riguarda residenti del Nord-est mentre nel resto del Paese si distribuisce il restante 16%.
Sul totale dei decessi per Covid l’85% è di over 70, tra i 50-59enni uno su 5. In quei due mesi il Covid è stato la seconda causa di morte, con un numero di decessi di poco inferiore a quello dei tumori e più del doppio di quello delle cardiopatie ischemiche.
A marzo-aprile del 2020, i deceduti residenti in Italia hanno subìto un incremento del 45%. Si tratta di 159.310 decessi, quasi 49mila casi in più rispetto alla media calcolata nello stesso periodo del quinquennio 2015-2019. Solamente una piccola parte dell’incremento è imputabile all’invecchiamento demografico. Si stima infatti che, nel periodo considerato, in assenza di variazioni dei livelli di mortalità e degli effetti diretti e indiretti del Covid-19, avremmo osservato un aumento di soli 6.648 decessi.