AgenPress – “La terribile pandemia innescata dal virus SARS-CoV-2 sta mettendo al lavoro tutte le menti scientifiche : Medici e Ricercatori insieme nel cercare trattamenti efficaci.
Oltre ai farmaci antivirali, agli antinfiammatori e agli anticorpi monoclonali, una delle possibilità terapeutiche più caldeggiate in questi mesi è quella che prevede l’utilizzo del plasma dai pazienti guariti detto “Plasma Iperimmune”.
La raccolta di Plasma Iperimmune costituisce una risorsa terapeutica sia per la cura sia per la prevenzione dell’infezione da SARS-COV2, e presenta un elevato livello di anticorpi specifici neutralizzanti il virus e capaci di ridurre la carica virale, attraverso immunizzazione passiva.
I soggetti che hanno contratto infezione da Covid_19 nelle varie forme, asintomatici con sintomi lievi o gravi ma guariti, possiedono quantità di anticorpi neutralizzanti candidabili al progetto di plasma iperimmune che si rivolge a donatori di plasma i cui requisiti nello specifico sono:
• Età compresa tra 18 e 60 anni
• Test sierologico per anticorpi neutralizzanti anti SARS –CoV-2 con positività> 80Ua/ml
• Tampone negativo
• Completa assenza di sintomi da 14 giorni
• Assenza di contatti con soggetti sospetti o conclamati Covid_19 da almeno 14 giorni
• Essere in buone condizioni generali
Il test sierologico e il tampone saranno effettuati contestualmente alla prima donazione programmata nel proprio Centro di Raccolta o negli Ospedali su base volontaria e previo consenso del donatore.
I candidati risultati idonei potranno fare nel primo mese due donazioni con intervallo di 14 giorni come previsto dalle normative vigenti.
Il Plasma Iperimmune raccolto durante la donazione, lavorato interamente all’interno delle Strutture della Rete Regionale, è messo a disposizione per la cura dei pazienti nell’ambito di studi clinici sperimentali o di trattamenti compassionevoli.
Il Plasma Iperimmune è soprattutto inviato alla produzione industriale farmaceutica d’immunoglobuline neutralizzanti specifiche.
Molti donatori arrivano con le migliori ed encomiabili intenzioni di partecipare a questo progetto, poi appena vengono a sapere che il loro plasma non potrà essere utilizzabile per questo scopo rimangono un po’ delusi, ma il loro plasma resta sempre validissimo e indispensabile per ogni altra destinazione e di supporto e cura a numerose altre patologie che potrebbero essere anche mortali.”
Sono 2.200 le sacche di plasma iperimmune raccolte in 6 mesi in Lombardia da usare per il trattamento dei malati di Covid, di cui la metà ottenute grazie ai donatori di Avis Lombardia, che hanno aderito al Progetto Plasma Iperimmune. Un progetto ancora in corso e per cui Avis Lombardia lancia un appello a tutti i donatori che abbiano avuto il Covid o sintomi compatibili con questa malattia a farsi avanti per donare il loro plasma. A fare un bilancio del progetto è stata Avis Lombardia in una conferenza virtuale. “Tramite le nostre unità, che però non sono presenti in tutte le province, abbiamo raccolto più di 1000 sacche di plasma iperimmune. Le altre vengono raccolte dalle unità trasfusionali presenti negli ospedali”, spiega Oscar Bianchi, presidente di Avis Lombardia.
Non tutto il plasma raccolto può essere utilizzato per diventare plasma iperimmune, ma deve avere una certa soglia di anticorpi al virus SarsCov2.
“Gli studi condotti in primavera sui campioni raccolti nel lodigiano – aggiunge Giuseppe Cambiè, direttore sanitario Avis Regionale Lombardia – hanno mostrato che circa un quarto dei donatori aveva gli anticorpi al virus. Cifra poi calata con l’estate, in linea con la diminuzione dei contagi e della circolazione del virus, e ora di nuovo in aumento. La raccolta di plasma iperimmune è più efficace se fatta nel momento e nell’area in cui il virus sta circolando di più”.