AgenPress. “La situazione è drammatica, il settore è di fronte alla peggiore crisi dal secondo dopo guerra, una crisi che avrà conseguenze strutturali sul sistema di imprese che abbiamo l’onore di rappresentare e il 2020 si chiuderà con una perdita cumulata pari a 26 miliardi di euro che corrisponde al 27% del totale del settore”.
Lo ha detto la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), in audizione in Senato sul decreto ristori.
Secondo la Fipe, “il Dpcm che entra in vigore domani, da una prima valutazione, comporterà ulteriori perdite per almeno 1,6 miliardi di euro nel solo mese di novembre, con la sospensione dell’attività di almeno 90.000 imprese e oltre 300.000 lavoratori forzatamente a riposo”. “Oggi non abbiamo remore a dire – ha proseguito la Fipe – che gli imprenditori di questo settore non sono in grado di sostenere i costi degli affitti, che sono balzati dal 10% al 30% come incidenza del fatturato.
O si interviene con una misura “ad hoc”, o i tribunali, che stanno emettendo le prime ordinanze, sono destinati ad ingolfarsi di contenziosi”. “L’art. 8 del provvedimento ha esteso il beneficio del credito di imposta per ulteriori tre mesi, ottobre, novembre dicembre, sulle locazioni o gli affitti di ramo di azienda del nostro settore. Pur apprezzando la misura – ha osservato ancora la Fipe – spiace segnalare come il credito di imposta, sulla carta cedibile al sistema bancario, sia di fatto incedibile.
Diversi nostri associati ci segnalano come le banche non hanno sin qui manifestato disponibilità ad acquisire il credito facendo venire meno l’efficacia della misura prevista dal legislatore”.