Bombardieri (segr. gen. Uil): “Usciti male dal confronto con il governo, ma il problema è che purtroppo ne escono male anche i lavoratori di questo Paese”

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AgenPress. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

“Ne siamo usciti male noi e il governo, ma il problema è che purtroppo ne escono male anche i lavoratori di questo Paese. C’è una situazione drammatica dal punto di vista sanitario, anche a causa di ritardi inaccettabili per un Paese civile. Spero che qualcuno prima o poi si assuma delle responsabilità.

La crisi sanitaria determina anche una crisi economica e noi rivendichiamo che ci sia un’attenzione al mondo del lavoro e a chi in questo momento rischia di rimanere indietro. Bisogna continuare con gli ammortizzatori sociali e bloccare i licenziamenti, perché siccome c’è un programma europeo che si chiama Sure e mette a disposizione degli Stati membri risorse per gli ammortizzatori sociali, questi soldi possono essere utilizzati per sostenere i lavoratori nei momenti di difficoltà.

La possibilità per le aziende di licenziare è frutto delle pressioni di Confindustria. Il principio è: perché dovresti licenziare se dall’Europa arrivano soldi che permettono di sperare che, passato questo periodo, riprenderanno l’attività produttiva e il mercato. Noi diciamo: per queste 18 settimane le aziende non possono licenziare se non utilizzano prima tutte queste risorse.

Il governo non ha dato grandi segni di affidabilità in questo periodo, ha detto che voleva fare una riforma degli ammortizzatori sociali e ancora non abbiamo niente di scritto. Non vorremmo che come al solito venisse mortificato l’ultimo anello della catena, che guarda caso è anche quello più debole. Io leggo alcune dichiarazioni del ministro Patuanelli che ha avuto un’uscita molto infelice dicendo che il blocco dei licenziamenti non è come uno yogurt, non ha una scadenza, queste cose creano sfiducia. Noi facciamo di tutto per evitare lo scontro sociale, ma se qualcuno lo vuole davvero allora siamo pronti anche a questo”.

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