AgenPress. “In Italia e in tutta Europa, l’impatto della prima ondata di Covid sulle lungodegenze è stato più grave che in altri ambiti sanitari e professionali, costringendoci a rendere più rigorosi i protocolli operativi. In questa nuova fase, invece, la protezione dei malati e degli anziani nelle case di cura sarà garantita soprattutto dal numero e dalla preparazione del personale medico, infermieristico e paramedico, in prima linea per assistere i pazienti più fragili e le loro famiglie.
Con abnegazione e rischio personale, questa categoria ha tenuto ‘vive’, letteralmente, l’Italia e le nazioni d’Europa, in un momento drammatico. Tra loro ci sono tanti giovani operatori sanitari, che vanno sostenuti. Sono necessari maggiori incentivi e finanziamenti per la formazione, la stabilizzazione e le carriere dei giovani medici e infermieri, spesso privi del giusto riconoscimento economico e professionale per il loro insostituibile lavoro.
In Italia il governo Pd-M5s, che spesso supplisce con la retorica ai provvedimenti concreti, li ha definiti ‘eroi’ salvo poi dimenticarsi di loro, con miopia e incapacità di programmazione. Nei prossimi tre anni all’Italia mancheranno 10mila medici, eppure il Ministero dell’Università ha appena sospeso le graduatorie del concorso per le scuole di specializzazione in Medicina, allungando i tempi di ingresso negli ospedali, penalizzando così sia medici che malati. L’Ue deve fare la differenza, serve un suo contributo efficace e concreto per supportare il personale sanitario nelle case di cura italiane e di tutta l’Europa”.
Così Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.