La grande paura della tempesta economica che è in arrivo deve essere almeno pari a quella dei nuovi contagi. C’è chi si accorge oggi della sofferenza a causa della seconda ondata del Covid e della conseguente nuova stasi dell’economia e chi se ne accorgerà l’anno prossimo quando sarà di sicuro licenziato perché non ci saranno più paracaduti sociali
AgenPress. L’Italia è nel pieno dell’uragano della Grande Depressione mondiale con il suo carico storico di fragilità e vulnerabilità, ma si continuano a diffondere dati mese dopo mese apparentemente positivi guardandosi bene dal fare il confronto con l’anno precedente e sterilizzando nella comunicazione l’effetto Covid al limite dell’incoscienza.
Si arriva perfino a ipotizzare crescite fantasmagoriche con moltiplicatori legati al Recovery Fund al momento fondati sul nulla o, in minima parte, sui soliti progetti “panchina” che consentono di aprire cantieri e finanziare clientele sempre e comunque solo in una parte del Paese.
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