Chi apparecchierà l’incontro stile Dc fra Conte e Berlusconi

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Conte e Berlusconi saranno “ospiti d’onore” al convegno annuale sulla defunta ma mai dimenticata Democrazia Cristiana organizzato da Rotondi


AgenPress. Giusto per non smentire l’abitudine di smentirsi, o di cambiare idea spiazzando per primi i suoi fedelissimi, o di giocare contemporaneamente su più tavoli o prospettive politiche, seguendo o imitando -per carità – politici più professionali di lui che lo hanno preceduto in Italia e fuori, Silvio Berlusconi ha confermato col silenzio, almeno sino ad ora, l’annuncio di una sua partecipazione con Giuseppe Conte, come “ospiti d’onore” entrambi, a un convegno annuale sulla defunta ma mai dimenticata e spesso rimpianta Democrazia Cristiana.

Organizzato da Gianfranco Rotondi, un democristiano doc riportato costantemente in Parlamento da Forza Italia dopo la fine del suo partito, l’evento si svolgerà dal 9 all’11 ottobre a Saint Vincent, dove ogni anno – pure lui, e solitamente di settembre – riuniva la sua corrente democristiana di sinistra chiamata “Forze Nuove” il compianto Carlo Donat-Cattin.

Di più Rotondi, che già il 14 ottobre dell’anno scorso riuscì a portare Giuseppe Conte in un teatro di Avellino a commemorare Fiorentino Sullo alla presenza di Ciriaco De Mita ed altri superstiti dello scudo crociato, non ha potuto o voluto dire a Giuseppe Alberto Falci per un articolo pubblicato ieri a pagina 10 del Corriere della Sera sull’”araba fenice del “centro”. Che va inteso come un’area di mezzo capace, specie in un sistema elettorale proporzionale, di determinare gli equilibri politici, indifferentemente a destra o a sinistra, secondo le occasioni, opportunità, necessità e quant’altro, come seppe e volle fare appunto la Dc ai suoi tempi.

Anche il vegliardo Eugenio Scalfari oggi su Repubbica ha voluto collocare al centro il “solo”, inteso come solitario, presidente del Consiglio paragonandolo a una “mezz’ala” di una “discreta” squadra di calcio – un redivivo Meazza, ha aggiunto – ma chiedendosi anche se l’interessato sia davvero “consapevole” di questo ruolo delicatissimo occasionalmente occupato in questo passaggio difficile della politica italiana ed europea, e non si trovi alla ricerca di “un finale” a lui stesso ignoto. Che magari potrebbe essere anche vicino, come hanno preconizzato o auspicato dopo un summit di Forza Italia svoltosi nella villa sarda di Silvio Berlusconi prima la capogruppo della Camera Mariastella Gelmini e poi la capogruppo del Senato Anna Maria Bernini, bollando entrambe come balle spaziali anticipazioni e quant’altro di soccorsi della loro parte politica a Conte. Le cui difficoltà non a caso si è affrettato a sottolineare l’aperturista dei giorni scorsi tra i forzisti, Renato Brunetta, con una impietosa analisi delle misure appena annunciate dal governo con la solita riserva del “salvo intese”, ormai dileggiate anche dal Fatto Quotidiano con le vignette in prima pagina di Riccardo Mannelli.

“Zero investimenti strutturali, tanta spesa, niente ripresa”, ha commentato Brunetta sul Giornale il decreto legge appena annunciato dal governo. Non sono stati dissimili i giudizi di Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera e di Carlo Cottarelli sulla Stampa.

Vedremo, peraltro ad una decina di giorni soli di distanza dalle elezioni regionali e comunali e dal referendum del 20 settembre sulla riduzione dei seggi parlamemtari, con tutte le relative implicazioni politiche, se Rotondi riuscirà a fare finalmente incontrare, e non solo arrivare, Berlusconi e Conte a Saint Vincent. O se non si ripeterà la vecchia scena al Quirinale, nel rito delle consultazioni per le crisi di governo, fra i due che quasi si toccano, o si inseguono, ma neppure si salutano.

fonte: Start Magazine

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