Morte Davide Astori. Condannato per omicidio colposo il medico sportivo

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AgenPress – Il professor Giorgio Galanti è stato condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, nel processo con rito abbreviato per la morte del calciatore della Fiorentina Davide Astori, trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo a Udine mentre era con la squadra. Galanti, unico imputato, era accusato di omicidio colposo per due certificati di idoneità rilasciati al giocatore quando era direttore sanitario di Medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Il pm aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi. Secondo la tesi dell’accusa oggi confermata in Tribunale, Astori morì per la mancata diagnosi di una patologia, la cardiomiopatia aritmogena diventricolare, tale da impedirgli la carriera di calciatore. Secondo il pm Antonino Nastasi sarebbero stati violati i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico e contesta il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti incaricati dalla procura, i certificati di idoneità del professor Galanti vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi per escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena. Per il tribunale, dunque, che si è avvalso della consulenza di parte del professor Domenico Corrado di Padova, se la patologia fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale, questo avrebbe consentito di interrompere l’attività agonistica di Astori e, tramite la prescrizione di farmaci, di rallentare la malattia e prevenire l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne”.

“Il professor Galanti è sconcertato, ritiene di aver operato sempre al meglio. Questa di oggi è una censura che non si accetta di buon grado. Restiamo in attesa di leggere le motivazioni di oggi, per impugnare la sentenza. Dal nostro punto di vista non riteniamo questa sentenza per niente giusta”, replica l’avvocato Sigfrido Fenyes, legale del professor Giorgio Galanti.

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