Grillo. Parla la vittima. Il racconto dello stupro nel verbale della denuncia

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AgenPress – “Mi toglieva i pantaloncini e le mutande, io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene“. Inizia così la denuncia dell’incubo subito dalla 19enne nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa di Grillo, in Costa Smeralda, al termine di una serata al Billionaire.

La ragazza, secondo quanto riportato nel verbale, si trovava in vacanza con la sorelle minore e ha trascorso le giornate in un B&B. La sera del 16 luglio ha deciso di andare nel locale con un’amica, lasciando la sorella più piccola in albergo. Al Billionare avrebbe incontrato i quattro giovani di Genova, tra cui il figlio di Grillo, e hanno iniziato a ballare.

Nella denuncia presentata del 26 luglio 2019 presso la stazione dei Carabinieri di Milano Porta Garibaldi, come scrive oggi il quotidiano ‘La Verità’, la giovane racconta in ogni particolare quanto sarebbe avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa di Grillo, in Costa Smeralda, al termine di una serata al Billionaire. La ragazza è in vacanza con la sorelle minore e trascorre le giornate in un B&B.

“Al momento di tornare al B&B – ha aggiunto la ragazza – non avrebbero trovato un ‘taxi disponibile’. Per questo i quattro ragazzi ci proponevano di fermarci a dormire a casa loro, dove ci recavamo in taxi tutti insieme”. “Abbiamo chiacchierato un po’, gli altri hanno fumato e bevuto, io non ho bevuto né fumato“, ha ammesso la 19enne. Qui le prime pesanti avances: “Dapprima mi ha baciato in bocca, io l’ho fermato dicendo che non volevo”, ha raccontato la giovane.

Dopo essersi divincolata, sarebbe tornata dagli altri ma dopo una “spaghettata”, uno dei ragazzi avrebbe dato alla 19enne “un pantaloncino e una t-shirt per dormire”. Lì sarebbero iniziati i problemi seri:

 “I problemi sono iniziati – si legge sulla Verità – quando siamo andati a letto. Uno dei tre, Corsiglia, mi ha preso per i capelli indirizzandomi la testa verso il suo pene, dicendomi cagna apri la bocca e mi chiedeva di fargli sesso orale. Inizialmente ho resistito poi continuava a farmi violenza e a tenermi per i capelli e ho ceduto. Mi ha anche penetrata.

Dopo 10 minuti mi ha spinta nel box doccia tenendomi per il collo e mi ha ancora penetrata. “Mi ha spinto sotto la doccia, ha aperto l’acqua e mi ha spinto contro la parete… Gli ho detto per due volte di smetterla, che era un animale e uno stronzo, ma lui ha continuato più forte tirandomi i capelli“.

Dopo aver subito lo stupro, la giovane avrebbe svegliato la sua amica che stava dormendo sul divano per raccontarle di essere stata violentata: “Mi sono seduta a terra accanto a lei, l’ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo ‘mi hanno violentata’. R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce: io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non diceva nulla. Io l’ho presa e l’ho fatta alzare dal divano, le ho detto di vestirsi per andare via”.

 “Ma Vittorio (Lauria ndr) le avrebbe convinte a rimanere – scrive il quotidiano – ‘Ci chiedeva di aspettare un po’ di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco (unico patentato e presunto violentatore ) non poteva guidare e si doveva riposare”.

Ma a quel punto l’incubo continua, secondo il racconto della ragazza. Sono intanto le nove del mattino. “Sul tavolo c’è una bottiglia di vodka dall’odore ‘strano’ e che secondo i ragazzi ‘è impossibile da finire’.

“A quel punto intervenne un altro dei ragazzi, Vittorio Lauria, che nonostante io gli dicessi che un loro amico mi aveva violentata e che loro non erano intervenuti, ha cominciato a provarci. Poi verso le 9 del mattino mi hanno fatto bere la vodka, afferrandomi per il collo. Poi mi hanno portata nel letto matrimoniale e mi hanno stuprata. Eroin posizione quadrupede, Vittorio mi spingeva il pene in bocca e due da dietro mi penetravano a turno, dicendosi dai ora tocca a me, per 6 0 7 volte. Mi sbattevano il pene in erezione sulla schiena e mi tiravano schiaffi sulle natiche e sulla schiena. Da quel momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza”.

Sono quasi le tre del pomeriggio quando le ragazze prendono un taxi e tornano al B&B. La denuncia è stata poi presentata 9 giorni dopo a Milano.

Dopo la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 non avrebbe più parlato della vicenda con la sua amica R.M. che era con lei quella notte, nella villa al mare di Cito Grillo, figlio del garante del M5S. “Non ho più voluto affrontare l’argomento e lei non mi ha più fatto nessuna domanda”, mette a verbale davanti a due carabiniere a Milano. “S. avrebbe confidato la violenza subita – si legge nell’articolo – a un’altra coetanea di Milano, A.M. e a due amiche norvegesi. Due giorni dopo la raggiungono i genitori ma S.  racconta la storia nei dettagli solo dopo una settimana, il 24 luglio, una volta ritornata a Milano. E lo fa con la mamma”.

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