Recovery. Bozza. Draghi, impatto sul Pil 3,6% nel 2026. Vincere sfida per Paese più moderno

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress – Un piano in 318 pagine con l’indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno: è la bozza del Recovery Plan italiano, che “comprende un ambizioso progetto di riforme” con “quattro importanti riforme di contesto – p.a, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza”. Ci sono poi la “modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi” e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale.

“Il governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto, Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Inoltre, sono previste iniziative di modernizzazione del mercato del lavoro e di rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi. È prevista infine una riforma fiscale, che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali”,  scrive il premier Mario Draghi, nell’introduzione alle bozze del Pnrr pubblicata dal Foglio, passando in rassegna le principali riforme e gli obiettivi e aggiungendo un auspicio: “L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”. Il programma Next Generation Eu è “di portata e ambizione inedite”, sottolinea il premier, e per l’Italia “rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme”.

Gli investimenti avranno “un impatto significativo. Nel 2026, l’anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà del 3,6 per cento più alto rispetto all’andamento tendenziale e l’occupazione di quasi 3 punti percentuali”, scrive Draghi, con “miglioramenti marcati” su diseguaglianze di reddito e l’inclusione di genere, e un marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile. Lo schema di governance prevede un “coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia”, ma “il governo costituirà anche delle task force locali che possano aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure”.

L’impatto sul Pil del Piano nazionale di ripresa e resilienza legato al Recovery sarà nel 2026 “di almeno 3,6 per cento più alto rispetto all’andamento tendenziale”.

“Il Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”.

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -