AgenPress – Sono almeno tre i video, effettuati con una telecamera nascosta dal 18 marzo, che ritraggono l’ufficiale di Marina Walter Biot mentre è intento a fotografare, nella stanza del suo ufficio, il monitor del pc con documenti classificati.
Nell’ultimo video la a telecamera ha ripreso Biot mentre fotografa con lo smartphone alcuni documenti e poi ripone la sim-card in un bugiardino all’interno di una scatola di medicinale e la sistema nello zaino. Si tratta, secondo quanto accertato, della stessa scatola ceduta nel parcheggio di Spinaceto martedì pomeriggio, giorno dell’arresto in flagranza.
E’ quanto emerge dall’attività di indagine svolta dai carabinieri del Ros su delega del procuratore di Roma, Michele Prestipino e del sostituto Gianfederica Dito. In base a quanto si apprende la telecamera era stata piazzata dallo Stato Maggiore della Difesa insospettito dal comportamento di Biot. Il primo video risale al 18 marzo, poi un secondo episodio il 23 marzo e il terzo il 25 marzo.
Competenza tra Procura militare e ordinaria e “capitolo” segreto di Stato. L’indagine della Procura di Roma potrebbe affrontare alcuni aspetti di natura tecnica.
Sul fronte dell’attività istruttoria il problema è legato all’analisi dei dispositivi sequestrati al militare che, già da una prima visione, contengono documenti classificati anche come segretissimi. Per questo motivo è prevista la possibilità che la Presidenza del Consiglio, una volta venuta a conoscenza, per via formale o informale, della cosa, apponga il segreto di Stato.