AgenPress. In questi giorni ricorrono due centenari: nel 1921 nacquero due personalità con poco in comune, Gianni Agnelli e Fiorentino Sullo, il primo patron della Fiat, mitico emblema del miracolo economico italiano, il secondo leader della Democrazia Cristiana meno accomodante coi simboli del capitalismo degli anni sessanta.
Mi piace ricordarli entrambi con un episodio che li unisce, narratomi da Sullo in anni lontani. Fiorentino Sullo si sposó nel 1961, da ministro del Lavoro, con una cerimonia solenne nel santuario di Pompei, con testimoni di nozze il ministro degli Interni Paolo Emilio Taviani, e il più grande produttore cinematografico di tutti i tempi, Dino De Laurentiis, cugino della sposa.
Il giorno prima dell’evento il ministro del Lavoro ricevette un dono di nozze inatteso dall’avvocato Agnelli, nemmeno invitato alla cerimonia: una fiammante Fiat 2300 nero antracite, l’ammiraglia della Fiat, recapitata a Roma da un’autista Fiat con annesso biglietto di auguri vergato dal mitico Avvocato.
Il ministro Sullo chiese all’autista un minuto di pazienza, estrasse un biglietto da visita, e lo consegnó all’autista dopo aver scritto poche parole: “gentile avvocato Agnelli, sono commosso dal pensiero, trattengo il biglietto, che conserverò tra i ricordi più cari, ma per ragioni di opportunità restituisco la bellissima autovettura”.
L’autista ripartì per Torino alla guida della splendida berlina antracite, e Sullo andò a sposarsi con la sua macchina.