AgenPress – “Mio marito era una persona umile, amata da tutti, sempre disponibile con tutti senza volere mai nulla in cambio. Era generoso, buono. Si è vaccinato e diceva che l’unica soluzione per uscire da questa pandemia era proprio il vaccino e quindi lo consigliava a tutti Ad esempio, a mia madre, settantenne, diceva: ‘Il prossimo turno è il tuo, mi raccomando vaccinati'”.
Lo dice Caterina Arena, moglie del sottoufficiale Stefano Paternò, deceduto martedì scorso, sedici ore dopo avere avuto somministrata la prima dose di vaccino AstraZeneca.
E’ mamma di due ragazzi di 11 e 14 anni, i quali chiedono il perché è morto il papà. “Ed io devo dargli una risposta”. Inizialmente la dose di vaccino aveva provocato in Paternò solo un innalzamento della temperatura, contrastato con la tachipirina. “Stava bene, si era anche ripreso dopo un po’ di febbre. E poi di notte vengo svegliata perché lui comincia a tremare, aveva gli occhi aperti e lo sguardo era nel vuoto e ho capito subito che la situazione era grave. Ho chiamato mio fratello, il 118, e abbiamo iniziato il massaggio cardiaco. Poi poi sono arrivati i medici, dopo 45 minuti, e hanno dichiarato il decesso”. Caterina Arena ha provato a reagire, a darsi delle risposte: “Per i miei figli, per me, per tutti, perché può essere di aiuto per l’intera comunità”.
Il legale di Caterina, Dario Seminara afferma che “i consulenti consigliano un atteggiamento più critico per approfondire le risultanze e poter esprimere un giudizio quantomeno dopo l’esame istologico. Ma dovremo attendere una ventina di giorni”.
Il legale ha nominato cinque periti che hanno preso parte all’autopsia disposto dal pm Gaetano Bono, che dirige l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Sabrina Gambino. Si tratta di Angelo Indelicato, Giancarlo Guerrera, Lucio Di Mauro, del capitano di vascello Francesco Oristanio, e Dario Condorelli.