Agenpress. Fine settimana intenso quello appena trascorso, che ha visto le Guardie Zoofile di Fare Ambiente, effettuare numerosi controlli su tutta la provincia riminese, per quel che riguarda l’anagrafe canina, disciplinata dalla legge Regionale dell’Emilia Romagna n. 07 del 2000, e circa il benessere animale, disciplinato dalla legge n. 05 del 2005 sempre facente capo alla regione Emilia Romagna.
Le pattuglie in servizio si sono occupate principalmente della corretta detenzione, in particolar modo del problema dei cani tenuti alla catena.
La legge regionale, all’ART. 3 comma 2 bis, intima “Al detentore di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per misure urgenti e solo temporanee di sicurezza”.
Nelle verifiche effettuate dalle Guardie non sono emerse motivazioni lecite, che devono essere corredate da documentazione, ad esempio certificato medico che attesti la momentanea necessità di tenere il cane legato.
“Al primo controllo-recita una nota delle Guardie-ci limitiamo a informare il proprietario o detentore che la legge vita la catena già dal 2013 e diamo indicazioni su come porvi rimedio. E solo in caso non venga sistemata la situazione e l’animale, dopo diversi sopralluoghi, venga ritrovato legato, si procede a sanzionare il trasgressore”
Tale sanzione può arrivare fino a 450 euro.
Spesso i cani vengono trovati con catene al collo anche di grosse dimensioni, se rapportate alla taglia, fissate a terra e senza che gli stessi siano in grado di muoversi con la libertà della quale necessiterebbero.
Inoltre, se tenuta per molto tempo, come accede spesso, causa ulcere dovute al continuo sfregamento del metallo con le varie parti del corpo: principalmente collo e/o zampe.
“Purtroppo sono ancora molti-sottolineano le Guardie-i detentori che utilizzano questo sistema per impedire al cane di andare sulla strada, senza sapere che tale condotta, oltre alle sanzioni amministrative, potrebbe portare alla denuncia del proprietario per la detenzione di animali in condizioni incompatibili can la propria natura, reato previsto e punito dall’ART. 727 comma 2 del Codice Penale.”
Infatti con tale strumento all’animale vengono a mancare tutte o parte delle esigenze basilari quali ad esempio la socializzazione con altri cani, il poter correre liberamente, ovviamente negli spazi consentiti e a loro dedicati, la socializzazione con altre persone, ecc,
E’ opportuno ricordare che l’Emilia Romagna è stata la prima regione italiana a dotarsi della legge che vieta l’utilizzo della catena come strumento di contenimento.
“Ci teniamo a sottolineare che il nostro scopo non è quello di sanzionare o peggio denunciare le persone, e il nostro primo approccio è sempre quello di informare, salvo che la situazione non richieda, in caso di estrema gravità, un intervento deciso, e invitiamo chiunque dovesse trovarsi di fronte ad illeciti o reati riguardanti maltrattamenti su animali. mancato benessere, pesca di frodo, bracconaggio, trasporto di animali in condizioni non idonee, contrabbando di animali, combattimenti di animali, corse clandestine tra cavalli, detenzione non autorizzata di animali esotici, allevamenti, sversamenti di liquami, abbandono di rifiuti pericolosi e non, discariche abusive o abbandono incontrollato di rifiuti, incendi boschivi, oppure animali in difficoltà, selvatici o domestici a seguito di incidente stradale, animali spiaggiati, ecc ci può informare e richiedere il nostro intervento”.
Tutte le segnalazioni verranno vagliate e verificate, classificandole per importanza e dando una priorità che consenta di poter intervenire tempestivamente per quelle ritenute più gravi. “Ovviamente i dati dei segnalanti verranno trattati garantendo la massima riservatezza – precisano le Guardie – a tutela di coloro che, dimostrando uno spiccato senso civico, non esitano a fare le segnalazioni del caso.”