AgenPress – “Sono 30 anni che parlo di energia, ambiente, economia. Sono 30 anni che parlo di paradossi, di come un barile di petrolio costi 50 dollari e un barile di coca cola 350 dollari.
Sono 30 anni che parlo di come nelle nostre scelte ci sia poco di razionale ed intelligente. Di come l’energia sia il motore dei sistemi economici, poiché è proprio ciò che li lega ai processi naturali. Se le risorse sono in esaurimento, il sistema energetico deve essere cambiato e questo avrà ripercussioni a catena sul modello economico e sociale”.
Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. “E noi dopo 30 anni siamo ancora qui, a fare gli stessi errori.
Un anno fa il mondo si è fermato e le economie si sono arrestate per preservare la salute delle persone, sacrificando così il Pil. In quel momento esatto si è affermato il valore della salute umana sopra la crescita economica. Una svolta epocale.
Per troppo tempo siamo stati prigionieri del nostro sistema basato sulla crescita, che promuove comportamenti folli. Una società sempre più ricca che produce allo stesso tempo sempre più miseria.
Importiamo frutta dalla Malesia, carne dall’Argentina e saltiamo su un aereo in un batter d’occhio per un viaggio di 45 minuti. La strada tra il negozio e il secchio della spazzatura è sempre più breve e veloce. E la nostra memoria è random sullo sfruttamento dietro le filiere produttive.
Nell’ambito del Green Deal europeo dobbiamo ridurre le emissioni almeno del 40% entro il 2030 e raggiungere lo zero netto entro il 2050, o prima. Questo significa decarbonizzare i grandi sistemi che gestiscono le nostre vite, l’energia, l’industria, le costruzioni, i trasporti. Ci serve una nuova logica economica basata sul benessere. Dobbiamo costruire una società e un’economia più inclusive e sostenibili.
La soluzione non è solo passare dal fossile all’eolico o solare, non è semplicemente un cambio di energia, ma un cambio di pensiero quello di cui abbiamo bisogno. Un cambio di civiltà. Si tratta di un cambiamento di abitudini, costumi, mentalità e scopi.
È un’opportunità storica quella che abbiamo davanti ai nostri occhi, che possiamo perdere, per mancanza di lucidità ma che possiamo vincere e con la quale disegnare il mondo che abbiamo sempre immaginato per i nostri figli.
Secondo una recente ricerca della Commissione globale sull’economia e il clima, il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio potrebbe fornire almeno 26 trilioni di dollari di benefici economici globali entro il 2030. Entro il 2030, potrebbe anche prevenire 700.000 morti premature, generare 65 milioni di nuovi posti di lavoro a basse emissioni di carbonio e aumentare la partecipazione femminile alla forza lavoro.
Transizione ecologica vuol dire futuro, non solo per salvare il pianeta, ma per garantire un buon futuro a tutte le persone. Vuol dire ridurre le disuguaglianze e la povertà. Circa 2.000 miliardari posseggono quanto il 60% della popolazione globale. Più la ricchezza di un paese è concentrata nelle mani di un piccolo numero, più il resto della popolazione dovrà compensare questa concentrazione con un eccessivo sviluppo economico potenzialmente distruttivo dal punto di vista ambientale.
Riducendo l’inquinamento si ridurranno di conseguenza le spese mediche per curarsi e riducendo le spese mediche si ridurranno le ingiustizie sociali.
Dobbiamo mettere la transizione ecologica all’interno delle politiche della vita quotidiana, perché si tratta davvero di cambiare il modo in cui viviamo, il modo in cui produciamo, viaggiamo e consumiamo. Per questo, tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Abbiamo le tecnologie, le idee e lo spirito di comunità che ci ha sempre contraddistinto”.