Kashoggi. Magistratura democratica. Renzi ha legittimato un despota per un piatto di lenticchie

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AgenPress – Se l’Italia vuole conservare un accettabile grado di credibilità nel contesto internazionale, deve stringere un cordone sanitario intorno a sortite come quella “araba” di Matteo Renzi, ricordandogli che essere stato presidente del Consiglio comporta oneri anche quando si è cessati dalla carica e che essere parlamentari di una Repubblica democratica non è compatibile – eticamente e politicamente –  con l’adulazione dei despoti.

Ne va della capacità del nostro Paese – ed è per questo che una Rivista di magistrati ritiene di dover intervenire – di svolgere il ruolo cui ambisce, e nel quale ha profuso tante energie e risorse, di protagonista nella tutela dei diritti umani fondamentali nel mondo.

Lo sostiene Questione Giustizia, la rivista di Magistratura democratica,la corrente di sinistra delle toghe,in un articolo intitolato “Legittimare un despota? e per un piatto di lenticchie?” dopo il rapporto dell’intelligence Usa secondo cui l’omicidio del giornalista Kashoggi, era stato autorizzato dal principe saudita Muhammad bin Salman. “La visita di Matteo Renzi aveva uno scopo preciso: legittimare un governante screditato sulla scena internazionale, rinsaldando il suo potere all’interno del Paese e mostrandolo ai suoi sudditi come interlocutore privilegiato di chi ha ricoperto altissimi incarichi istituzionali in un grande Paese democratico.

Che queste finalità, come è più che probabile, non siano state raggiunte non attenua la gravità dell’atto compiuto e non mitiga la responsabilità politica dell’inqualificabile iniziativa- rileva il direttore della rivista, Nello Rossi, che firma l’articolo – Si è assistito ad una svendita a prezzi di saldo non dell’immagine di Matteo Renzi ma di quella del nostro Paese, messo in evidente imbarazzo dalla sconcertante performance televisiva di un suo esponente politico di primo piano”. “Non vendere la primogenitura per un piatto di lenticchie è il minimo che si deve a quanti per la Repubblica democratica hanno lavorato, lottato, sofferto e persino dato la vita ed a coloro che sono impegnati, in ogni parte del mondo, nella salvaguardia del diritto e dei diritti, di contro alla violenza e alla sopraffazione”, conclude Rossi.

Nell’executive summary del rapporto elaborato dall’Office of the Director of National Intelligence americano sull’uccisione di Jamal Khashoggi, desecretato il 25 febbraio 2021 per iniziativa dell’amministrazione Biden, si legge testualmente:

«Riteniamo che il principe ereditario Muhammad bin Salman abbia approvato una operazione ad Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita Jamal Khashoggi .

Basiamo questa valutazione sul controllo del principe saudita sui processi decisionali nel Regno, sul diretto coinvolgimento di un consigliere chiave e di membri della cerchia di Muhammad bin Salman nell’operazione, sul sostegno del principe ereditario all’uso di misure violente per silenziare il dissenso all’estero, incluso Khashoggi.

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