Agenpress. Le cose camminano sulle gambe degli uomini. Questo Paese di classe dirigente non ne ha due. A malapena ne ha una. Non possiamo continuare con i numeri due, meglio conosciuti come Cfo (dall’inglese Chief financial officer), che vivono incollati all’amministratore delegato e, quasi sempre, ne prendono la poltrona. Sono i capi della finanza, loro si propongono agli azionisti per la nomina a numero uno, ma soprattutto gli azionisti pubblici e privati troppo spesso li accontentano.
Non va proprio bene. Perché una cosa è fare tesoreria aziendale, dialogare con le banche, ristrutturare le posizioni finanziarie, un’altra è avere cultura industriale, concepire un disegno strategico di sviluppo, inventare qualcosa che compete e dura nel tempo, fare infrastrutture che coniugano profitto e sicurezza, conquistare quote di mercato reali in casa e fuori.
Per leggere la versione integrale dell’editoriale del direttore Roberto Napoletano clicca qui: