AgenPress – Fratelli d’Italia è l’unico partito all’opposizione, mentre nel centrodestra la Lega e Forza Italia hanno deciso di sostenere il premier Draghi. In una lettera a Repubblica, la leader Giorgia Meloni spiega che “non si tratta né di essere pro o contro Draghi – personalità certamente rispettabile – e nemmeno di essere pro o contro l’Europa, sulla cui costruzione futura è legittimo avere opinioni differenti. Si tratta, più semplicemente, di non rassegnarsi all’idea che quella italiana sia una democrazia dimezzata, nella quale il voto dei cittadini conta sempre meno e quando il gioco si fa duro arriva qualcuno calato dall’alto per provare a fare ciò che chi viene scelto dal popolo non saprebbe certamente fare”.
“A questo racconto che fa dell’Italia una Nazione arretrata e non un’avanguardia come si vuole raccontare, Fratelli d’Italia non si piegherà mai”. Spiega che è “incomprensibile la tesi secondo la quale la scelta di Fratelli d’Italia di garantire una opposizione sarebbe irresponsabile e contraria all’interesse della Nazione. È semmai il contrario, atteso che senza opposizione non può esistere democrazia”.
“In molti hanno fatto dell’europeismo lo spartiacque su cui il nuovo governo è nato – osserva – ma in realtà si sarebbe dovuto parlare dell’adesione di una certa visione di Europa. Lo stesso Draghi, nel suo intervento programmatico, ha ben chiarito la sua prospettiva: quella di una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali all’Unione europea. Ecco, noi abbiamo una visione diversa e non per questo siamo nemici dell’Europa”.
“L’europeismo rischia quindi di diventare una foglia di fico dietro la quale coprire un’operazione, quella del governo Draghi, costituzionalmente legittima ma politicamente senza eguali in Europa e forse nel mondo democratico. Un governo a guida tecnica nato nelle dinamiche di palazzo è un’anomalia soltanto italiana perché normalmente, nelle democrazie, il ricorso alle urne viene considerato il momento più alto e non una tentazione golpista”.
“Del resto, e qui sta il punto politico, la visione confederale dell’Europa a cui ci ispiriamo – rileva – ha sempre avuto piena cittadinanza nel dibattito europeo: dai padri fondatori che costruirono l’Europa sul motto ‘uniti nelle diversità’ fino all’Europa delle Patrie di De Gaulle. Soltanto negli ultimi anni la narrazione mainstream ha costruito l’equazione tra europeismo e super-Stato Ue. Un’equazione che noi respingiamo”.