Agenpress – “Assessori e capi di gabinetto licenziati, comandanti dei vigili urbani nominati e poi cacciati, manager pagati a peso d’oro e poi estromessi. Un balletto indecente di mezze figure, personaggi in cerca d’autore, mitomani e incapaci, durato oltre 4 anni. Ecco che cosa lascia Virginia Raggi alla nostra città”.
Lo dice Carlo Calenda leader di Azione e candidato sindaco a Roma, sul ritiro delle deleghe da parte di Viriginia Raggi al vicesindaco Luca Bergamo e l’assessore allo Sviluppo economico Carlo Cafarotti, avocando a sé le deleghe alla Crescita culturale e Sviluppo economico, Turismo e Lavoro.
“Mi sono candidato perché non c’era nessun candidato autorevole del Pd. Al momento non c’è ancora. Ma che cosa devo dividere? Sto girando municipio per municipio facendo un lavoro serio sul territorio e ho incontrato più di 150 associazioni. In questo momento non ho tirato fuori nessuna punto del programma perché’ aspetto la coalizione del cui tavolo ho fatto parte fino a che il Pd ha detto che bisognava aspettare se Virginia Raggi veniva condannata o no. E adesso ci sono le primarie il 28 febbraio? Ma il Pd è in grado di dire che saremo in condizione di poterle fare?”, e “sta dicendo contemporaneamente due cose: che forse bisogna spostare le elezioni a ottobre perché c’è un problema legato al Covid. E che però si possono fare le primarie, che sono delle elezioni meno controllate, il 28 febbraio. Non hanno un candidato alternativo e non sanno che fare coi M5s sperando che io prima o poi me ne vada e sgomberi il campo, ma io qua sto. Se ne facciano una ragione e decidano in totale libertà”.