AgenPress. Purtroppo siamo alla tempesta perfetta, sia dal punto di vista epidemiologico, sia dal punto di vista politico. Le divisioni sono tali nel governo, nella maggioranza, fra il governo e le Regioni, che non si arriva a decisione univoche, nette e chiare, ma si va avanti con mezze misure che, intrecciate con alcune manifestazioni di autentica inefficienza (quello che sta combinando il commissario Arcuri con la distribuzione delle siringhe), stanno portando ad una situazione davvero difficile.
Le mezze misure prese come forma di mediazione politica non hanno effetti significativi sul terreno della lotta al contagio. A nostro avviso non si possono fare distinzioni fra giorni pari e giorni dispari, weekend o date feriali sulla riapertura delle scuole, i pranzi al ristorante e l’avvio della stagione sciistica. Cambiare zone e leggi dalla sera alla mattina, senza nessun criterio solido e chiaro alla base, non è rispettoso di chi lavora, delle aziende, degli studenti, dei genitori e neppure dei clienti.
Le cose non si fermano qui. Sui vaccini anti-Covid per il personale sanitario, a parte alcune Regioni, la situazione è imbarazzante: vengono i brividi a pensare a quello che accadrà quando bisognerà vaccinare i cittadini. La situazione è paradossale, però, anche a livello politico. Nella maggioranza i duellanti, cioè Conte e Renzi, al di là dei rispettivi bluff, dovrebbero aver chiara una cosa e cioè che devono comunque trovare a tutti i costi un’intesa perché se non la trovano si va ad elezioni anticipate e loro sarebbero i primi a farne le spese; anche Zingaretti, non si sa perché, è favorevole ad esse. E se si fanno non esistono dubbi: vince il centro-destra a mani basse. Se Conte e Zingaretti pensano che una coalizione PD-M5s guidata dal primo ha possibilità di successo si fanno delle illusioni.
A parte quello che già oggi dicono i sondaggi gli italiani, anche una parte di quelli di centro o di sinistra, non perdonerebbero lo schieramento che ha portato il Paese alle elezioni mentre infuria il contagio.
Paradossalmente però a nostro avviso anche il centro-destra dovrebbe temere le elezioni. La tenuta e il futuro dell’Italia dipendono largamente dalla benevolenza dell’Europa, il che significa l’asse franco-tedesco. E Salvini e Giorgia Meloni, seppure in modo diverso, hanno posizioni tali che porterebbero l’Italia in rotta di collisione proprio con chi conta oggi in Europa, cioè l’asse franco-tedesco, e francamente non verrebbero in soccorso i sovranisti, i frugali, gli appartenenti al patto di Visegrad che sui fondi europei, sul trattato di Dublino hanno posizioni nettamente contrarie all’Europa del Sud e ancor di più all’Italia e che non cambierebbero certamente queste posizioni per venire incontro alla Lega e a Fratelli d’Italia.
Questi sono a nostro avviso nudi e crudi i problemi che ha davanti a sé l’Italia. Verrebbe voglia di espatriare, ma ce lo impediscono sia la solidarietà nazionale sia, se essa venisse meno, anche il Covid.”
Così Fabrizio Cicchitto, Presidente Riformismo e Libertà, al quotidiano Libero.