Tutela degli animali: la situazione drammatica dell’Isola d’Elba

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AgenPress. Abbiamo bisogno di far conoscere oltre il canale di Piombino una situazione elbana che perdura ormai da 30 anni. Infatti, la legge che obbliga i comuni alla costruzione o al risanamento dei canili, risale all’anno 1991 e a tutt’oggi sulla nostra Isola niente è stato fatto e manca qualsiasi servizio per la tutela degli animali d’affezione.

L’Isola d’Elba è oggi suddivisa in 7 Comuni e conta circa 30.000 residenti, ma nel periodo estivo le presenze arrivano anche a 200.000 persone, molte delle quali vengono da noi accompagnate dal proprio pet, cane o gatto che sia. Molte strutture ricettive, infatti, si sono dotate dei servizi per garantire la massima accoglienza anche per gli animali e ci si fregia di essere un’Isola “Pet friendly”.

Purtroppo, però, sull’Isola manca una clinica veterinaria H24 e in caso di emergenza notturna o nei festivi può capitare che nessun veterinario risponda alle chiamate e che un animale muoia tra atroci sofferenze nella disperazione più totale del suo proprietario.

L’insularità, tanto bella per alcuni aspetti, può avere dei risvolti davvero drammatici: l’ultima nave parte da Portoferraio alle 20:30 e fino alle 5 del mattino successivo non c’è possibilità di raggiungere il continente e mentre per noi “umani” viaggia Pegaso, per i nostri animali nessun soccorso è garantito.

Fatta questa premessa, torniamo alla vicenda.

I vari amministratori che si sono succeduti in questi lunghi anni sono stati capaci di perdere ingenti finanziamenti, pubblici e privati.

Infatti, dopo che i Comuni elbani avevano già perso un finanziamento pubblico complessivo di quasi 250.000 euro (nel 2005 la Regione Toscana concesse un finanziamento di 135.325,40 euro cui si aggiunse quello del Ministero della Sanità nel 2007 di 100.000 euro), a fine 2014 si è fatta avanti una Fondazione tedesca la “Bastet Stiftung” offrendosi di finanziare con ben 600.000 euro la realizzazione di un canile/gattile comprensoriale con annessa clinica veterinaria H24.

I Comuni avviano, dunque, un lunghissimo e lentissimo iter burocratico per la costituzione della Gestione associata per il canile/gattile e pronto soccorso veterinario H24, impiegandoci oltre 2 anni (la conferenza dei Sindaci decide la costituzione nel 2016 e la firma della Convenzione avviene nel 2018).

Successivamente, il Comune di Capoliveri, scelto come Capofila, porta avanti l’iter per l’approvazione del Progetto per la realizzazione del canile/gattile.

Dovete sapere che il terreno su cui realizzare la struttura era già stato individuato ormai da anni ed acquisito nella disponibilità del Comune. Inoltre, frutto di un precedente incarico professionale, c’era anche un progetto già approvato per la realizzazione di un bel Parco-Canile, nel quale si prevedeva la fruizione dell’area in un ambito di totale integrazione della struttura destinata al rifugio dei cani con le famiglie che volessero passare del tempo all’aria aperta e con le scuole.

Ciò nonostante, con tutta la calma del mondo e sebbene la Fondazione solleciti continuamente una maggiore celerità e condivisione dell’iter (ndr io se trovassi qualcuno che mi “regala” 600.000 per la nostra Associazione diventerei la sua stolker, augurandogli il buon giorno, la buona notte e inviandogli fiori e messaggini amorosi), il Comune di Capoliveri, dopo aver revocato l’incarico ai precedenti professionisti, nel 2019 conferisce l’incarico ad un nuovo studio tecnico che rivede completamente il Progetto.

Si arriva agli inizi di gennaio 2020, quando il Comune di Capoliveri approva il Progetto esecutivo per il canile/gattile comprensoriale e clinica veterinaria H24, senza alcuna preventiva condivisone con la Fondazione che lo dovrebbe finanziare. L’iter sarebbe dunque praticamente pronto per la gara d’appalto per iniziare a realizzare l’opera.

Tuttavia, nella riunione pubblica convocata dal Comune per la sua presentazione, emerge, oltre al disappunto della Fondazione per la scarsa considerazione ricevuta nel corso dei vari anni, anche la necessità di adeguare il progetto rispetto alla volontà della medesima che aveva inteso finanziare un canile/gattile e che del gattile trova nel progetto solo una piccola area con la recinzione, ma senza neppure una cuccia per gatti…

Inoltre, il costo dell’opera è lievitato da 600.000 euro a 950.000 euro, con varie perplessità dei soggetti presenti alla riunione.

Si esce dall’incontro con l’intesa di adeguare il progetto e a febbraio 2020 la Fondazione intima ai Comuni di arrivare alla sottoscrizione del contratto di sponsorizzazione entro 3 mesi.

Annus horribilis il 2020. Arriva il COVID-19 e il Consiglio di Stato annulla anche l’elezione del Sindaco di Capoliveri, individuando un nuovo vincitore.

Siamo così arrivati alla fine di dicembre 2020 quando avviene un incontro tra il nuovo Sindaco di Capoliveri e la Fondazione e, pare consensualmente, si decide di chiudere definitivamente la vicenda del canile/gattile comprensoriale. Tutto avviene nel riserbo più assoluto, senza alcuna condivisione con gli altri Comuni, neppure successiva, e ovviamente senza alcuna informazione verso i cittadini che da tanto aspettano il canile e tutti i servizi ad esso connessi.

Quindi, a trent’anni dall’entrata in vigore della Legge 281/1991, dopo aver perso finanziamenti pubblici e un finanziamento di 600.000 euro, l’Isola d’Elba, i suoi cittadini, i volontari delle associazioni animaliste restano con un pugno di mosche in mano. Tutto resta come è. In palese VIOLAZIONE della normativa vigente, nessun servizio PUBBLICO per la tutela degli animali, neppure la sterilizzazione delle colonie feline.

Riteniamo necessario che questa VERGOGNA sia portata a conoscenza di tutti, anche di coloro che pensano di venire in vacanza sulla nostra bella isola con i propri animali, perché siano consapevoli dei rischi che corrono e perché sia noto a tutti il risultato di tanto lassismo.

Rita Pilato (Presidente Associazione Animal Project Onlus)

 

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